Non sono mai stato un fan dei Sick Tamburo ma, considerata la morte della loro cantante, mi sembrava doveroso omaggiarla con il video di Parlami per sempre.
Se dovessimo considerare il semplice accompagnamento, la canzone non è di mio gradimento. Tuttavia, il testo è un concetto che continuo a ripetere spesso, quello di parlarsi di più.
L’uso della forma verbale parlami è imperativa e riflessiva allo stesso tempo. Sembra quasi una richiesta che ogni persona dovrebbe fare al proprio simile anziché usare la forma ascoltami.
Non è necessario parlare sempre dei propri problemi, ma anche di
- Sogni
- Desideri
- Utopie
e qualunque cosa si voglia. Elisabetta, non a caso, fa un elenco che potrebbe essere ancora più lungo e che vi invito a completare come meglio credete. Ognuno è in grado di parlare di qualunque cosa voglia. Tuttavia, non ne ha la possibilità, perché – spesso – trascorriamo il tempo a lamentarci, lasciando poco spazio ad altri argomenti.
Questo fa capire anche di più il video, non a caso girato in una pressoché desertica discarica della carta di Parma. Nulla contro la città ducale, ma un luogo come questo rende bene il concetto: viviamo in un periodo in cui, eliminati i propri problemi, che – spesso – potrebbero essere affrontanti facilmente, sembra non restare nient’altro.
Vorrei farvi una domanda, tra il retorico ed il provocatorio
Se solo una persona parlasse, quando potrebbero parlare gli altri?
Anche gli altri hanno cose di cui parlare, perciò ci dovrebbe essere uno scambio anche in un altro senso:dopo un po’, dovremmo dare spazio all’altra persona di parlare di ciò che gli sta a cuore. Ciò renderebbe la comunicazione lo scambio che dovrebbe essere.
A volte, inoltre, ci troviamo davanti a delle persone che sembrano non avere nulla da offrirci: è proprio questo il momento di usare la parola parlami. Scopriremmo cose che mai avremmo immaginato.