Se pensiamo ai pinguini, assomigliano un po’ ai pesci di cui parlavo ieri: sembrano tutti uguali. Questo fa perdere loro l’unicità che dovrebbe contraddistinguere le persone.
Questo accade perché una qualsiasi persona preferisce emulare nei gesti e nei modi un suo simile famoso piuttosto che un misconosciuto tizio, anche se quest’ultimo sembra la persona più felice del mondo.
La domanda
Cosa sarebbero stati i Beatles senza Ringo Starr?
può essere declinata in vari modi
- Come sarebbe un gruppo di pinguini senza qualche loro simile?
- Come sarebbe un mondo senza insetti?
- Cosa avrebbe vinto Micheal Schumacher senza Luca Baldisserri?
Ogni risposta può essere riassunta in una sola frase: la storia sarebbe stata diversa.
Non è necessario che una persona diventi famosa per dare il proprio contributo ad un qualsiasi gruppo, fosse anche l’intera umanità. Basta che faccia ciò che ritiene giusto, collaborando con gli altri e – viceversa – si astenga dal fare qualsiasi cosa possa recare danno agli altri o a tutto il gruppo.
Tutti vorremmo essere ricordati: per questo rincorriamo fortuna e gloria, per citare Indiana Jones. Una persona, comunque, può essere ricordata anche per i suoi gesti. Ringo Starr può essere l’esempio calzante: riuscireste ad immaginare Come Together senza la batteria di Ringo che fa da contrappunto al basso di Paul?
Giusto avere dei riferimenti di persone di successo: ci incitano a voler diventare persone migliori, nella quasi totalità dei casi facendo leva su
- Passione
- Costanza
- Impegno
Ricordiamoci, però, anche di Ringo Starr, diventato famoso senza mai esserlo diventato veramente. Ricordiamoci anche dei pinguini: ironia della sorte, li consideriamo tutti uguali, perciò non ci accorgiamo se ne manca qualcuno all’appello, eppure rischiano l’estinzione.
In fin dei conti, il capo di ogni gruppo dovrebbe incoraggiare i propri sottoposti a migliorarsi nella propria unicità. Spesso, però, i nuovi capi considerano solo il loro tornaconto personale.