
Come riporta la notizia pubblicata sul quotidiano l’Arena in Germania i primi casi di coronavirus risalirebbero a gennaio.
Nulla contro gli amici tedeschi, ma il caso della Germania potrebbe essere declinato a qualsiasi Paese, non solo quelli europei.
Le persone potrebbero potenzialmente essere state esposte al coronavirus ben prima che sapessero cosa fosse. Tamponi e test sono arrivati dopo, perciò l’allarmismo di questi giorni è – in un certo senso – tardivo: il virus era già in circolazione.
Nella vita – a volte – accade la stessa cosa: ci accorgiamo tardivamente che qualcosa ci sta facendo male, a livello psicologico o fisico.
Se il nostro corpo si lamenta in qualche modo, è giusto richiedere il parere di un medico. Una sensazione psicologica di lamentela, invece, non richiede sempre il pronto intervento dello psicologo. Io la descrivo come una sensazione strana: sembra tutto a posto, eppure ci sentiamo a disagio.
Steve Jobs ne ha dato l’esempio, nel suo famoso discorso con la frase
Per gli ultimi 33 anni, ho guardato nello specchio ogni mattina e mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei veramente fare quello che sto per fare oggi?
Esortando gli studenti a cambiare qualcosa. Io vorrei dare lo stesso consiglio: cambiare qualcosa se il disagio si fa troppo grande. Sono contrario a suggerire cambiamenti repentini, piuttosto preferisco consigliare di andare avanti passo dopo passo.
Prima di prendere la decisione di trasferirvi in Germania, o in qualsiasi altro Paese voi vogliate, prendete in considerazione ciò che di buono avete a portata di mano e poi cercate un nuovo modo di sfruttarlo.
Naturalmente, dovrete fare dei tentativi, ma non dovete demordere. Non sempre l’idea giusta è la prima che viene in mente. Abbiate fiducia: prima o poi, l’idea giusta verrà, come il vaccino per il coronavirus.