La parola spagnola frota che dà il titolo alla canzone lanciata in epoca coronavirus da Alessandro Cattelan sui suoi canali social significa sfrega.
Nonostante l’imperativo sia palesemente quello di lavarsi le mani, l’uso della parola sfrega, ancor più in lingua spagnola, risulta sicuramente più simpatico della frase
Lavati le mani
Una raccomandazione sensata: come cantava Zucchero, con le mani facciamo di tutto, non solo sfregare. La mano è il primo cenno di saluto: funziona anche quando siamo a oltre un metro di distanza l’uno dall’altro. La mano può essere porta anche come aiuto.
L’unico gesto che le persone sembrano dover imparare è quello in cui una mano sfrega sull’altra e, magari, tutte tue sfregano il viso, per parafrasare un proverbio.
Non intendo assolutamente dire che una persona non tenga alla propria igiene o, per meglio dire, non solo. Se vediamo una persona sciatta e poco curata nell’aspetto, la invitiamo ad avere una maggiore attenzione alla pulizia ed all’igiene…ma non pensiamo mai che questa poca cura possa essere figlia di problemi ben più gravi.
Quello di cui hanno bisogno queste persone è qualcuno con cui parlare; magari dovrebbero servire anche acqua e sapone, ma questi due elementi sono solo dei palliativi. Ciò di cui hanno bisogno molte persone non curate nell’aspetto è essere ascoltate.
Quando vedo qualcuno poco curato, non penso che non abbia stima di sé, ma che abbia avuto una vita quantomeno molto più faticosa della media.
Anziché gridare sfrega a queste persone, dovremmo avvicinarci con calma e domandare loro
Cosa ti è accaduto?
Se proprio avete il timore che qualcuno possa attaccarvi una qualche malattia (in questi giorni la preoccupazione a riguardo è comprensibile), basta una telefonata al vostro medico curante.
Non ho ancora trovato il modo, ma sono sicuro che esiste un metodo per far del bene al prossimo anche ad un metro di distanza