
Sembra quasi scontato ricordare Luis Sepúlveda nel giorno della sua morte con una frase tratta da uno dei suoi più celebri racconti
Vola solo chi osa farlo
In realtà, non è per niente scontato: è solo l’occasione giusta per parlarne, perché contiene un grande insegnamento.
Una persona non vola con le ali, ma con il proprio pensiero: è quello che ha fatto il compianto Luis scrivendo racconti che conoscono tutti.
Il pensiero, a volte, è figlio del sogno o della fantasia: immaginiamo di poter fare qualcosa di fantastico, ma non è detto che lo un giorno o l’altro lo faremo. Tuttavia, è vero anche il contrario: non è detto che un giorno o l’altro non lo faremo.
Il buon Luis aveva visto giusto: solo poche persone riescono a rendere migliore la propria vita. Chi ci riesce non è fortunato: ha osato volare. In questo modo, non solo ha realizzato un proprio sogno o una sua fantasia, ma ha anche visto il mondo da una prospettiva diversa.
Non lo ha fatto con supponenza, ma lo ha fatto volando: chi vola ha una visuale diversa da chi resta a terra. Al primo si prospettano grandi spazi, magari coperti di nuvole, ma comunque ampi e pieni di possibilità. Al secondo, non resta che osservare quelle poche centinaia di metri lungo la strada.
Volare, però, non significa rendersi migliori degli altri: significa incoraggiare gli altri ad osare. Se qualcuno è bravo a scrivere, non dovrebbe vantarsi di essere un bravo scrittore. Dovrebbe, invece, incoraggiare i propri amici a trovare il proprio modo di volare: magari conosce il futuro Premio Nobel per la fisica e non lo sa ancora, pur notandone le potenzialità.
Questo non è solo il classico compito dei genitori: del resto, nemmeno il gatto era il padre della gabbianella. E’ compito di chiunque vuole bene al prossimo.