
Un noto proverbio dice
Per ogni porta che si chiude, si apre un portone
Forse molti di noi non troverebbero nulla da aggiungere, ma Paulo Cohelo è di diverso avviso con il suo aforisma proposto su Twitter da Maria
Quando una porta della felicità si chiude, se ne apre un’altra; ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
Che si tratti di una porta o di un portone, la spiegazione è sempre la stessa: rimpiangiamo il passato e temiamo il futuro. Poche persone riescono a concentrarsi sull’unico momento che conta veramente: il presente.
Ogni secondo della nostra vita può essere una sorta di presente in tutte le sue accezioni: rimpiangere il passato significa esserci troppo legati, temere il futuro significa andare in ansia.
Sul lavoro controllare tutto questo può essere molto semplice: basta porsi la domanda
Cosa sto facendo in questo momento?
Nel tempo libero la questione è più complessa. Non sempre è possibile dare una risposta concreta. Molto semplicemente, stiamo camminando verso la porta citata da Cohelo. Il fatto che non conosciamo né il tempo né il luogo in cui saremo sulla soglia può rendere il nostro cammino incerto, temendo di non prestare attenzione ad un particolare che – metaforicamente – potrebbe essere la chiave per quella porta.
Questo accade perché molte persone hanno dimenticato che siamo dotati anche di istinto o – se preferite – di sesto senso: non sempre sappiamo quello che facciamo o perché lo facciamo. Il senso ci apparirà chiaro solo in un momento futuro.
Prendete l’ultima scelta che avete fatto in vita vostra: ora riuscite a comprenderla meglio…perché non dovrebbe essere così anche per le prossime?