Ad essere sincero, ho preferito aspettare che il polverone nato a seguito della squalifica di Bugo e Morgan da Sanremo di calmasse prima di parlare della canzone oggetto della discordia.
Questo mi permette di concentrarmi sul testo. Se Arisa aveva invitato tutti ad agire con sincerità verso gli altri, Bugo e Morgan avrebbero voluto comunicare lo stesso concetto, ma con un fine diverso: ognuno di noi deve essere sincero verso sé stesso.
Come la coppia ci ha dimostrato a Sanremo, essere sincero verso sé stesso è molto problematico: le persone ci vorrebbero fatte in un certo modo, ma noi siamo tutt’altro.
È vero anche il contrario: noi vorremmo che le persone siano fatte in un certo modo, ma loro sono tutt’altro. Non so se questo sia fatto volontariamente o meno, ma il risultato è evidente: ci mentiamo l’un l’altro. Con il tempo, rischiamo di mentire anche a noi stessi.
La domanda che ci possiamo fare è semplice
Come possiamo fare per essere sinceri l’uno con l’altro?
La risposta è strana, ma altrettanto semplice: conoscere il prossimo e farci conoscere dal prossimo. Il fatto che una determinata cosa metta d’accordo il novanta percento delle persone, non significa che debba mettere d’accordo anche noi. Dire con schiettezza ciò che si pensa è il modo migliore per farsi conoscere ed essere sinceri.
Essere schietti non significa per forza essere anche dei grandi figli di puttana, per dirla con una canzone degli Stadio. Non è mostrando il nostro modo di comportarci che gli altri possono capirci: gli altri possono capirci se ci apriamo con loro e raccontiamo loro la nostra vita.
L’esempio di quanto accaduto a Sanremo a causa della canzone della discordia calza a pennello. Se Bugo e Morgan fossero stati sinceri l’uno con l’altro parlandosi reciprocamente, forse avrebbero vinto Sanremo, ma probabilmente non ne parleremmo più.
La scelta sta a noi: vogliamo sentirci importanti oppure sentirci accettati per ciò che siamo?