
La parola crepano nel tweet di Clappy.exe è sicuramente un po’ forte, ma rende bene l’idea dello stato d’animo che vivono gli italiani sapendo di dover ancora pazientare
Raga crepano 500 persone al giorno che vi aspettavate dicesse? Da domani balli di gruppo orgie in camporella e aperitivi nelle piazze?
Tutte le persone vogliono tornare alla normalità: molte di loro hanno anche fretta. Queste ultime non tengono conto della realtà dei fatti, ma solo delle proprie necessità personali. Non dubito che Clappy.exe voglia uscire, ma si è resa conto della situazione che ci attanaglia tutti.
Non credo che tutti abbiano uno sguardo propenso a considerare il fatto che – allentando la quarantena troppo presto – il coronavirus potrebbe tornare a colpire violentemente. Molti si fanno prendere dalla (legittima) voglia di uscire e tornare alla vita normale.
Per citare in parte il tweet di clappy.exe, sicuramente molte persone crepano (o – comunque – ritornano a letto) perché non hanno fatto la giusta convalescenza dopo una malattia. Con la popolazione mondiale ed italiana è un po’ la stessa cosa: non possiamo pensare che la fine della quarantena equivalga ad un liberi tutti. Il mondo avrà bisogno di ancora un po’ di tempo convalescenza per riprendersi dopo il passaggio del coronavirus.
La storia ce lo ha insegnato: il mondo si è ripreso dopo la peste, ma tutti sanno che la ripresa economica, politica, sociale e demografica non è cominciata il giorno in cui il virus è stato effettivamente debellato.
Poiché ci sono ancora molte persone che crepano, non è ancora giunto il momento di cantare vittoria. Quando non morirà più nessuno a causa del coronavirus, il mondo potrà cominciare una lenta convalescenza. Questo vale anche per l’Italia.