Avere delle ottime referenze, a volte, non è sufficiente per trovare lavoro. Lo sanno bene i protagonisti della trilogia cinematografica Smetto quando voglio, costretti dalle circostanze a realizzare e spacciare smart drugs per sbarcare il lunario.
Sebbene il tono leggero della trama, la trilogia ci insegna una cosa: per vivere, a volte, occorre accantonare le proprie referenze per ripiegare su mansioni che poco ci si addicono. Il sogno di fare il lavoro che si è sempre desiderato, magari dopo anni di studi, è destinato a rimanere tale.
Se le referenze non ci sono venute in soccorso in passato, potrebbero essere apprezzate in futuro, ma è un caso raro. Più probabile, invece, che ci aiutino le nostre passioni. Avere una passione è – forse – la migliore delle referenze che possiamo avere:
- Ci impegneremo in ciò che facciamo
- Non sentiremo la fatica
- Vorremmo migliorarci sempre di più
Naturalmente, ciò non ci deve frenare nel cercare un lavoro che ci mantenga. Tuttavia, può essere un buon modo per trascorrere il tempo libero: la traduzione di testi trovati nella biblioteca di Alessandria d’Egitto fa sicuramente sorridere ed è degna di un film leggero, ma contiene in sé anche i tre punti precedenti.
Non trovare lavoro o trovarne uno che mal ci si addice è sicuramente frustrante. Se pensassimo solo a questo fattore, non servirebbe a granché pensare che ci sono altre persone nella nostra stessa situazione. Trascorrere le notti insonni a fissare la televisione servirebbe solo ad anestetizzare il cervello per qualche ora.
Molto meglio sfruttare il cervello, il tempo libero e la passione per costruirsi una propria identità personale che vada altre il lavoro che non ci piace o che non ci si addice. Non ho idea di quali strumenti materiali vi possano servire, ma sono certo che sapete come recuperare il necessario ed utilizzarlo nella legalità per avere un po’ di soddisfazioni nella vita, nonostante il lavoro, e sfruttare le vostre referenze.