Come ci ricorda il video dei Nirkiop realizzato per un comportamento corretto online, dovremmo comportarci davanti al computer come faremmo nella quotidianità.
Se non utilizzato per lavoro, internet è un mezzo utilizzato anche per trascorrere del tempo piacevole, quindi la nostra attenzione cala.
Il paradosso è palese: non ci fidiamo della persona che incontriamo e che vediamo in faccia casualmente per strada (e che – forse – ci sta chiedendo solo un’informazione stradale), mentre siamo disposti a comunicare finanche dati personali davanti ad un monitor. Forse ciò accade perché stiamo vivendo un momento di relax.
I truffatori preferiscono abbindolare il prossimo online, con anche minori probabilità di essere arrestati, visto che pochi ammetterebbero senza vergogna di essere stati truffati. Anche le persone che credono alle cosiddette bufale su internet fanno parte della stessa categoria. Siamo certi che un giornalista della carta stampata sia iscritto ad un’Ordine. Raramente controlliamo che la notizia sia data su internet da una testata giornalistica.
La frase usata alla fine del video fa riflettere
Vivi online come vivi offlline!
Dovremmo vivere più offline e meno online. Tuttavia, sembra che le interazioni sociali debbano per forza passare attraverso internet, al giorno d’oggi.
Dare la colpa a qualcuno è impossibile: tutti passiamo il tempo sui mezzi pubblici leggendo le notizie sul proprio smartphone e quasi sicuramente in periodo di quarantena navigare su internet è stato un antidoto contro la noia quando abbiamo finito di cuocere il pane per tutto il vicinato.
L’alternativa alle conoscenze online è la riconquista dei luoghi pubblici. Capisco che in questo periodo gli assembramenti sono vietati per legge, ma nessuno ci impedisce di fare una passeggiata offline con il nostro vicino di casa. Inoltre, il caro, vecchio telefono può permetterci di disturbare quando vogliamo un caro amico che non sentiamo da tempo.