
Non ho trovato l’autore della frase condivisa dalla pagina Facebook la vita è, ma mi piace pensare che sia stata pronunciata dal Buddha
Se non conosci, non giudicare. Se non sai, non dire. Ma soprattutto, se non capisci, non inventare
Siamo esseri umani: siamo portati ad analizzare il mondo esterno. Purtroppo, tante persone hanno esacerbato il concetto: dall’analizzare al giudicare è un attimo ed ancor meno dal giudicare un oggetto al giudicare una persona.
La cosa ironica è che – spesso – giudichiamo senza sapere granché della vita altrui, se non quello che vediamo ogni giorno, per esempio sul luogo di lavoro. A volte, non proviamo nemmeno a considerare l’opinione altrui, eppure giudichiamo.
Naturalmente, non tutti si comportano così: c’è chi preferisce tacere. A loro consiglio di continuare su questa strada. A tutti, invece, suggerisco di usare la parola per domandare qualsiasi cosa poco chiara riguardante una persona. Se qualsiasi cosa non è stata ben compresa, è fin troppo semplice cadere in errore.
Difficilmente qualcuno verrà a sapere di essere stato giudicato negativamente dai propri simili. Nell’ipotesi che ciò accada, ci sono varie strade che possiamo intraprendere, a seconda sia del nostro carattere, sia di quello altrui:
- Tagliare i ponti con la persona giudicante senza fare null’altro: difficile che chi giudica possa essere sinceramente amico
- Instaurare un dialogo costruttivo con chi ha giudicato: magari può aiutare a smussare certi nostri difetti, ma dobbiamo essere disposti ad ascoltare
- Riversare il proprio biasimo sulla persona che ha giudicato: può capitare di doversi arrabbiare anche fra amici e- ironia della sorte – un litigio può addirittura rafforzare un’amicizia
Quale che sia la strada scelta, dobbiamo conoscere i motivi che hanno portato a giudicare, perciò un primo contatto è necessario.