
Negli stessi giorni in cui stavo armeggiando con le etichette di miei bagagli, Marghe ha postato il tweet
Le etichette peggiori sono quelle che ci mettiamo da soli
Naturalmente, Marghe ha usato la parola etichette in senso figurato, non certo pensando alle valigie di ognuno di noi o al cartellino del prezzo appeso sull’abito che vorremmo acquistare in tempo di saldi.
In genere, pensiamo che una persona sia etichettata da qualcun altro: Tizio pensa che Caio sia
- Brutto
- Stupido
- Imbecille
o qualsiasi altra cosa. Il rischio, soprattutto per chi soffre di bassa autostima, è quello di crederci: se la gente intorno a noi comincia a pensare e dire che siamo degli idioti, prima o poi cominceremo a pensare che lo siamo effettivamente.
Il problema, strano a dirsi, si può presentare anche al contrario: se una persona viene elogiata troppo, prima o poi, comincerà a pensare di essere una sorta di supereroe.
C’è, tuttavia, anche un terzo caso: supponiamo di aver commesso un banale errore. Logico cominciare a darsi dello stupido per auto-rimproverarsi: ci aiuta a prestare attenzione la prossima volta. Un po’ meno logico e sano è cominciare a credersi effettivamente stupidi.
Nel caso ci consideriamo stupidi, meglio cominciare a ricordare tutte le volte che – in vita nostra – abbiamo fatto qualcosa di buono. Se, al contrario, rischiamo di sopravvalutarci, forse faremmo bene a ricordare le volte in cui abbiamo commesso un errore. In questo modo, ci toglieremo di dosso tutte le etichette che ci siamo auto- messi, per conservare quella di persona.
Detto così, può sembrare semplice: in realtà, occorre la tiusta dose di autostima per fare una cosa simile. Per spogliarsi di ogni genere di etichetta, dobbiamo fare degli esercizi per potenziare o depotenziare l’autostima, a seconda del caso.