
Raccomando spesso di prestare attenzione alle parole, sia sentite, che dette. Uno dei motivi è contenuto nel tweet di Christian Moretto
“Mi raccomando” è la versione che i timidi usano per dire “Ti voglio bene”
Una persona timida – come nel mio caso – ha modi propri per riuscire a dialogare con gli altri. Non ha nulla che non va rispetto alla media delle persone che conosce, eppure vede i propri amici come più
- Sicuri
- Spavaldi
- Intelligenti
Il fatto che sia timido, non vuol dire che non abbia delle doti o che non possa amare qualcun altro: semplicemente, fatica a far emergere sia l’amore, sia le doti suddette. Si vergogna di ciò che prova e – magari – invidia chi gli sta vicino per dimostrare più spavalderia.
Se proprio vogliamo fare una raccomandazione, è proprio quella di prestare attenzione alle parole: un timido le pesa molto, sia in entrata che in uscita. Non vuole ferire chi gli sta vicino, perciò non dirà mai che una persona è imbecille, anche se lo pensa. Contemporaneamente, vorrebbe che chi gli sta vicino abbia lo stesso approccio con lui.
Nella vita incontreremo sia persone timide, sia persone spavalde. Impossibile trattare tutti nello stesso modo, nonostante il nostro carattere: cercare di capire chi ci troviamo di fronte aiuta. Con i timidi, personalmente, credo che non sia necessario insistere, ma fare leva sui loro punti di forza affinché possano usarli in gruppo.
Non si tratta di essere psicologi, si tratta di conoscere la persona e – magari – anche la vita della persona timida. Ha tanto da dare, ma si sente sempre fuori posto, a meno che non si trovi in un ambiente conosciuto e poco pericoloso. Invitarlo in un luogo in cui può esprimersi liberamente può portarli a ringraziarvi, cioè a dirvi
Ti voglio bene