I Pooh – probabilmente – darebbero tutto per passare ancora una notte insieme al loro batterista Stefano D’Orazio, scomparso due giorni fa.
Credo sia per tutti così quando si perde un amico e collega. Si pensa, soprattutto quando si è abbastanza giovani, che si passerà tutta la vita insieme. Purtroppo, non è così: la morte può arrivare quando meno lo si aspetta.
Sicuramente non si potrà passare del tempo insieme all’amico scomparso. Di certo, questa persona è riuscita a creare dei legami speciali tra altri individui, facendoli conoscere: chissà, magari una coppia si è sposata grazie al suo intervento.
Il modo migliore per ricordare una persona scomparsa è proprio quello di non spezzare i legami creati grazie al suo intervento.
Un esempio sempre nel campo della musica può esserci d’aiuto. Nel 1992, quando Augusto Daolio – storico cantante dei Nomadi – morì, tutti cominciarono a pensare che il gruppo si sarebbe sciolto. Certamente, i Nomadi non sono più quelli di un tempo, ma Beppe Carletti, Cico Falzone e Daniele Campani sono ancora ai loro posti.
Quello che può fare andare avanti un gruppo musicale o un gruppo di amici è il ricordo di quando erano ancora insieme a chi non c’è più. Nessuno potrà sostituire chi è scomparso, ma non dobbiamo nemmeno gettare l’amicizia con gli altri: sarebbe un affronto al ricordo di quella stessa persona.
Non solo: ricordare una persona dopo lungo tempo può essere difficile. Del resto, la nostra vita dovrebbe andare avanti. Non è sbagliato, ma sarebbe giusto ricordare anche le parole dette da chi non c’è più. Magari – in quel momento – poteva sembrare una frase senza senso, di quelle che si dicono in un momento un po’ frivolo. Conoscendo bene la persona che l’ha detta e mettendo insieme tutte le sue frasi ed i suoi concetti più importanti, lo ricorderemo e capiremo cosa intendesse dire.