
Se nell’atto di chiedere qualcosa a qualcuno proviamo vergogna, può essere utile ricordare la frase di Pablo Neruda
Chiedere può essere la vergona di un minuto, ma non chiedere può essere il rimpianto di una vita
Quante volte nella vita ci siamo domandati
Se avessi fatto quella richiesta allora, dove sarei oggi?
Una risposta definitiva non può esserci: il nostro futuro, per quanto imprevedibile, dipende parzialmente dalle scelte che abbiamo fatto in passato.
Di certo, è più difficile vivere con il dubbio di una risposta che non è mai stata data perché la domanda non è mai stata formulata, piuttosto che con la certezza del rifiuto. Nel primo caso, ci si logora pensando a ciò che sarebbe accaduto in caso di riposta affermativa; nel secondo, rimuginiamo e ci accusiamo di non aver fatto la domanda giusta al momento giusto.
Non è facile vivere né in una condizione, né nell’altra, su questo sono d’accordo: tuttavia, aver chiesto ci lascia la piacevole sensazione di aver fatto almeno un tentativo e di accettare meglio ciò che non è stato.
Un ulteriore vantaggio di aver chiesto ricevendo un no come risposta è quello di lasciarci liberi di esplorare nuove strade: non significa per forza domandare un favore ad un’altra persona se la prima ha posto il veto. Significa cercare un modo di farcela da soli o un nuovo alleato.
In entrambi i casi non deve essere lo spirito di vendetta a guidarci, ma lo spirito di voler insistere per ottenere qualcosa che noi consideriamo importante per noi stessi in quel momento. Normale, quindi, cercare nuove strade per ottenerlo; chiedere è forse la prima cosa che ci viene in mente, ma ci sono sicuramente altre possibilità inesplorate.