
Invito sempre ad ascoltarsi di più, il che vuol dire essere vicino al prossimo quando ha bisogno di sfogarsi. Tuttavia, il tweet di ieri postato da Sara dimostra che c’è ancora poco ascolto e, forse, anche un po’ di confusione
Sfogarsi non è lamentarsi. Se ascoltaste, lo sapreste
Una persona vuole sfogarsi quando ha sopportato tante cose con pazienza ed i suoi bisogni non vengono ascoltati. La stessa persona può tendere a lamentarsi quando le cose vanno male e non sa trovare una soluzione o – forse – la forza per cambiare le cose.
Nel primo caso, questa persona ha bisogno di essere ascoltata, nel secondo deve essere aiutata. L’aiuto deve essere per la maggior parte psicologico, ma anche un aiuto più concreto – per esempio, aiutandola a distrarsi un po’ – può essere ben accetto.
Spesso si pensa che lo sfogarsi o il lamentarsi eccessivamente richiedano un supporto psicologico: non lo nego, ma occorre anche altro. Non si può pensare che terapeuta e paziente facciano tutto da soli.
Una persona che va dallo psicologo si sfoga e si lamenta con il terapeuta perché la vita è difficile. Della sua vita, però, fanno parte anche e soprattutto le persone che frequenta e come si approcciano con lui.
Se le persone ascoltassero, come consiglia Sara, si renderebbero conto che la causa dei suoi problemi non è il paziente stesso, quanto meno non del tutto. Spesso la causa sono le relazioni false che il paziente si trova a dover affrontare quotidianamente.
Le persone fingono di ascoltare perché sono troppo prese dai problemi della loro vita: nessuno ha mai pensato che darsi man forte l’uno con l’altro potrebbe essere un modo per sopportare tutte le cose che vanno male? Non solo: supportandosi l’uno con l’altro, si potrebbero creare dei legami migliori.