Stasera mi è capitato di vedere il film Mamma, ho preso il morbillo. Possiamo vederlo come il terzo capitolo di Mamma, ho perso l’aereo, tanto che in America è conosciuto con il titolo Home alone 3, ma la vicenda è leggermente diversa.
La trama è semplice. Il piccolo Alex si prende il morbillo e – nel frattempo – deve difendere casa propria da un gruppo di spie internazionali, che hanno nascosto un microchip in una macchinina telecomandata, capitata per caso nelle mani di Alex.
Impossibile che ci capiti una cosa del genere – morbillo a parte, anche se non lo auguro a nessuno. Il vero insegnamento ce lo fornisce la canzone My Town dei Cartoon Boyfriend. Il testo parla espressamente di città o cittadina, a seconda di come si vuole tradurre la parola town, eppure l’insegnamento è più profondo.
Ogni persona fa parte di una città, ha un vicinato e degli oggetti di proprietà, per non parlare di amici e parenti. Per quanto – a volte – possono capitare delle incomprensioni con loro, che possono sfociare in litigi anche profondi, ed anche se i rapporti non sono così saldi come vorremmo, è molto probabile che vogliamo loro bene – nel caso di persone – o che vogliamo conservarli nel miglior modo possibile, se si tratta di oggetti.
Il problema è che non passiamo mai dalle parole ai fatti, tanto da sorridere quando un film ci propone un bambino che difende la sua proprietà dall’intrusione di ladri e – in generale – da persone estranee.
Per quanto non siano di nostra esclusiva proprietà, dobbiamo sicuramente ricordarci che
- Cose
- Persone
- Città
Che frequentiamo in qualche modo ci appartengono e noi apparteniamo a loro: dobbiamo trattarle con il massimo rispetto. Immaginate, per un momento, che il vostro vicino di casa non voglia più parlare con voi perché gli avete mancato di rispetto: come vi sentireste?
Questo è ciò che il film insegna: trattare tutti come se fossimo noi stessi.