
Come dice Snoopy nella frase condivisa oggi sulla pagina Facebook della Libreria Fogola Pisa
Perdere la testa è bellissimo. Ma anche usarla, dà le sue soddisfazioni
Sicuramente, ci sono molti modi sia per perdere, sia per usare la testa: tutto sta nel vedere se abbiamo come obiettivo il benessere comune oppure solo il nostro tornaconto personale.
Praticamente tutti i dittatori hanno perso la testa in nome del potere: se – invece – l’avessero usata pensando al popolo che stavano governando, probabilmente la storia dell’umanità sarebbe stata molto diversa.
Impossibile dire se sarebbe stata una storia soddisfacente: come sarebbe stato il secondo dopoguerra se i tedeschi avessero vinto?
Se questo è vero per i gruppi, ancor di più lo è per le persone. Normale – almeno, per modo di dire – perdere la testa per amore; un po’ meno normale sarebbe agire d’istinto in ogni circostanza. Il rischio di badare più al proprio tornaconto personale piuttosto che al benessere comune è troppo evidente.
Usare la testa permette di razionalizzare l‘istinto. L’istinto non è la verità assoluta. Somiglia piuttosto alla bozza di un’idea: irrealizzabile se non venisse progettata – più o meno accuratamente – prima di essere realizzata.
Pensate, per esempio, ad una persona che lavora in campo artistico o scientifico. Da un’idea oppure un’intuizione – magari lasciandosi andare alle fantasie più strane – può nascere qualcosa di nuovo. Tutto questo sarebbe impossibile da realizzare se quella stessa persona non avesse usato la sua testa per studiare la composizione dell’opera o verificare la veridicità della sua tesi.
Per usare e perdere la testa contemporaneamente, può essere utile portare sempre con sé carta e penna. Disegnare o scarabocchiare tutto ciò che ci viene in mente quando perdiamo la testa può far nascere qualcosa di nuovo, che non avremmo mai pensato.