
Venerdì mattina, nessuno ha postato un tweet molto interessante, quasi una poesia di Giuseppe Ungaretti
Un po’ come sentirsi malinconicamente felici
Non voglio fare l’analisi del testo: non è il mio compito, ma l’ossimoro utilizzato colpisce come un pugno allo stomaco.
La domanda sorge spontanea
Come è possibile sentirsi malinconicamente felici?
L’umore e gli stati d’animo di una persona sono già difficili da descrivere usando quelli comunemente accettati: figuriamoci se dovessimo dire che siamo malinconicamente felici!
Il problema è che gli stati d’animo sono poco descrivibili. Naturalmente, esistono delle definizioni apposite, ma ognuno prova i sentimenti e gli stati d’animo a proprio modo.
Questo è il motivo per cui esprimiamo
- Gioia
- Disagio
- Ansia
In modo diverso l’uno dall’altro. A qualcuno potrebbe sembrare strano, ma una persona empatica capirebbe benissimo di cosa sto parlando.
La soluzione a questa questione è allenare l’empatia e sforzarsi di fare sempre una domanda che potrebbe sembrare tanto banale quanto interessante
Come ti senti oggi?
La risposta potrebbe non essere poetica come quella del Tweet proposto ma, almeno, avremo degli elementi da cui partire per intavolare un dialogo.
Qualcuno suggerirebbe di attendere che l’altra persona parli: evidentemente, non è il momento adatto per intavolare un discorso così importante. Una soluzione assolutamente corretta, anche se occorre far notare subito al nostro interlocutore di aver notato il suo malessere. Altrimenti passeremmo per menefreghisti.
Naturalmente, non bisogna cadere nel classico errore di voler scuotere il prossimo a reagire o in note di biasimo facendo notare i motivi per cui dovrebbe essere felici. Occorre – invece – chiedersi perché un certo argomento rattrista una persona e perché sia così importante per lui.
Solo il protagonista della vicenda potrebbe dircelo. In alternativa, potremmo chiedere agli amici cosa sia successo nell’ultimo periodo. Almeno, è un punto di partenza,