
Siamo portati a pensare che un calciatore preferisca un’automobile ad un mezzo pubblico come il tram per girare la città. Questa regola è stata sovvertita da Lapo Nava , tanto che la pagina Facebook Cronache di spogliatoio gli ha dedicato la notizia dal titolo
Batte la Roma e torna a casa in tram
Il giovane Lapo è figlio di Stefano Nava, allenatore delle giovanili del Milan. Tanti avranno pensato che sarebbe tornato a casa in taxi o scortato su un’auto privata di grossa cilindrata, dati i suoi nobili natali calcistici e l’esordio in Serie A.
La vita di una persona famosa non è molto diversa da quella di una persona comune, soprattutto se non si monta la testa. Per dirla in un modo che – forse – userebbe la mia collega blogger Francesca, anche la regina Elisabetta va in bagno tutti i giorni.
Se è vero che ci sono persone che hanno avuto un successo limitato nel tempo e si sono montate la testa, non per tutti è così. Anche se non ce ne rendiamo conto, c’è gente – come Lapo – che umilmente fa il suo lavoro non tanto per guadagnare tanto, ma perché fa quello che gli piace e se ne frega di tanti annessi e connessi (che, peraltro, non sono ancora arrivati, almeno in questo caso).
Il problema è dettato sia dall’invidia della gente comune, sia da quella minoranza che si pavoneggia pur avendo avuto dei risultati che – per il momento – non entreranno certo nella storia.
Queste persone si credono superiori – per esempio -a qualsiasi individuo che fatica otto ore al giorno davanti ad un computer o un tornio, senza comprendere che non c’è nulla da invidiare.
Se è vero che si tratta anche di fortuna, il nostro destino dipende dalle scelte fatte