
Non vediamo ancora la fine dell’emergenza sanitaria. Se è vero, però, che internet anticipa i tempi, possiamo capire il post della mia amica Cristina
Fine del lavoro come “virologo/epidemiologo” presso Facebook, Inizio del nuovo lavoro come “critico musicale ” presso Facebook
Nonostante il virus continui a condizionare le nostre vite, abbiamo voglia di normalità. Per ottenere questo fine, cominciamo ad interessarci ad altro: il Festival di Sanremo è l’occasione buona.
Il problema è meno evidente: di qualunque argomento si parli, una persona qualsiasi si atteggia ad esperto. Lo scopo è – forse – quello di ottenere la stima di amici e conoscenti.
Non ho idea di quante tipologie di impieghi esistano al mondo: se onesto, ognuno di questi può essere motivo di orgoglio. Tanti, però, non sono per nulla soddisfatti del loro lavoro e – al contempo – hanno bisogno di portare a casa lo stipendio. Per celare la loro insoddisfazione, ecco che si interessano della notizia del momento.
Il virus ha permesso di incentivare questo modo di vivere: non c’erano molte occasioni di socialità.
L’errore che abbiamo fatto allora e che continuiamo a ripetere tuttora è quello di volerci atteggiare ad esperti senza sapere nulla in realtà. Su internet ci sono corsi online per tutti i gusti, ma pochi sembrano volerli frequentare.
Questi corsi, pur non essendo legalmente riconosciuti, potrebbero essere una buona occasione per parlare di meno e conoscere di più. Frequentare qualche lezione virtuale potrebbe essere un modo per renderci conto di quanto poco sappiamo a proposito di un certo argomento, ammesso che questo argomento non sia il nostro lavoro.
Purtroppo, sembra non siamo riusciti a fare nostra una famosa di Seneca
Io so di non sapere
Per sapere quanto poco sappiamo, basta andare in libreria e vedere quanti libri non abbiamo letto