La Guerra di Piero

Il mondo non è ufficialmente in guerra: molto dipenderà da cosa riuscirà a fare la diplomazia internazionale. Nel frattempo, forse è meglio riascoltare – se mai ce ne fosse bisogno – la canzone La guerra di Piero di Fabrizio De Andrè.

Il testo è chiaro: chi ci rimette in una guerra sono sempre le persone. Un colpo alla schiena o al petto può arrivare da chiunque si incontri sul proprio cammino, se ha la divisa di un altro colore.

Pensate, per esempio, a quanto accaduto al termine delle due Guerre Mondiali: nei libri di storia si parla tanto degli aspetti politici, ma c’è poco o nulla della condizione sociale. I nostri nonni la hanno sperimentato sulla loro pelle: qualcuno di noi ha avuto la fortuna di sentire dalla loro voce come stavano le cose.

Con il tempo e i documentari le generazioni successive hanno capito come si vive durante una guerra. Qualcuno nato negli anni del secolo scorso si è fatto anche raccontare cosa volesse dire vivere durante il periodo bellico.

Da lontano, le persone comuni possono fare ben poco: forse la cosa più semplice è preoccuparsi e cercare di scappare il più lontano possibile.

Più va avanti il tempo, meno sembrerebbero possibili alternative. In realtà, un’alternativa c’è sempre. Non è detto che l’alternativa sia meno cruenta, ma ci sarebbero meno morti.

Purtroppo, in questi casi, solo i grandi politici hanno voce in capitolo. Le persone comuni possono fare ben poco, se escludiamo la possibilità di scioperi e manifestazioni.

L’unica cosa che si può fare durante una guerra è manifestare grazie ai movimenti pacifisti. Qualcuno potrà sostenere che non servano a nulla, altri non li vedrebbero di buon occhio per altri motivi, ma è sempre meglio che restare con le mani in mano.

 

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