
A volte, siamo così sicuri del nostro vocabolario che non ci rendiamo conto che per chi ci ascolta stiamo parlando oscuramente. Come disse Galileo Galilei in un suo aforisma
Parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi.
Ogni persona ha un proprio vocabolario interno: sono le parole che usa comunemente per esprimersi. Spesso questo vocabolario è stato affinato da
- Luogo di nascita
- Studi
- Frequentazioni
Finché si resta confinato nel proprio ambito, la vita procede in modo abbastanza tranquillo: se non ci si capisce, si può ripetere un concetto, ma è un evento raro.
Il problema nasce quando esuliamo dal nostro ambito domestico. Si è sempre detto che gli italiani conoscono poco le lingue straniere, ma anche con la lingua natia non siamo messi meglio.
Il vocabolario comune di un trentino sarà molto diverso da quello di un toscano: per esempio, se il primo dice porta, probabilmente il secondo preferirà il termine uscio.
Non parliamo poi di quando si incontrano un diplomato ed un ragazzo che sta per finire la scuola dell’obbligo: il secondo faticherà non poco a farsi comprendere, se non usa parole più semplici.
Può sembrare che lo sforzo lo debba fare solo la persona che parla in modo più forbito, ma non è così. Dall’altra parte, ci vuole un po’ di consapevolezza della propria ignoranza e la curiosità di colmare qualche lacuna.
Da un punto di vista molto pratico, si può partire prendendoad esempio un motto abbastanza popolare nell’ambito della comunicazione
Scrivi come se dovessi rivolgerti alla casalinga di Voghera
Non possiamo sapere il grado di istruzione del nostro interlocutore, ma non possiamo nemmeno usare lo stesso modo per tutti: dobbiamo adeguarci in base a chi abbiamo davanti.
Questo è uno dei modi in cui si dimostra umiltà.