Come ogni venerdì Santo, la televisione proporrà la propria versione della resurrezione di Gesù. Pochi hanno il coraggio di proporre il film Jesus Christ superstar.
Definire Gesù Cristo una superstar può risultare scomodo, per non dire di peggio.
Il testo della canzone mette in luce i dubbi dei contemporanei di Gesù a proposito dei motivi che lo spingevano nel suo operato. Difficile fare un paragone senza risultare blasfemo, ma ci proverò comunque.
Pur non volendo convertire nessuno o avere la presunzione di vincere il premio Nobel per la pace, esistono tante persone che vorrebbero il bene del prossimo. Il loro intento non è quello di diventare una superstar, ma far sì che il mondo sia un posto migliore.
Se Gesù ebbe i sacerdoti del tempio come nemici, in tempi diversi altri individui ebbero i propri avversari: per esempio, Gandhi e Martin Luther King furono assassinate.
Tutti hanno lo stesso punto in comune: hanno speso loro vita per ciò che credevano giusto.
Il mondo si divide in fazioni: da una parte i discepoli della persona di riferimento, dall’altra gli avversari. In mezzo si pongono i neutrali. Alcuni lo sono perché non sanno cosa stia succedendo, altri perché non si interessano, altri ancora perché non vogliono immischiarsi.
Pochi hanno il coraggio di mettersi in gioco per cambiare il mondo e non ci trovo nulla di male. Purtroppo, altrettanto pochi hanno il coraggio di mettersi in gioco per difendere le proprie idee, accettando passivamente ciò che capita.
La differenza è sottile: difendere le proprie idee e non sottostare a quelle altrui denota la presenza di un proprio credo e di una buona autostima. Viceversa, l’arrendersi è sintomo di bassa autostima o di mancanza di ideali.
Non tutti possono essere una superstar, ma tutti dovrebbero avere una buona autostima e degli ideali: dovremmo lavorare per questo.