
Se cito il nome Pasquale Di Molfetta molti di voi non saprebbero cosa rispondere. Tuttavia, se vi dico Linus, sapete bene chi ha pronunciato la frase
Chiamarsi Pasquale Di Molfetta e arrivare dalla Puglia a Milano non è stato semplice, mi sembrava che tutti i Brambilla mi guardassero storto
Pasquale ha ragione: a Milano esiste una sorta di razzismo strisciante, in cui l’ultimo arrivato è visto con sospetto. Chiamarsi Pasquale, avere la pelle di un colore diverso o dichiarare esplicitamente il proprio luogo di origine non aiuta ad integrarsi.
Con il tempo, man mano che si acquisiscono le tipiche abitudini milanesi, si può diventare milanesi d’adozione: in pratica, si entra a far parte del novanta percento della popolazione del capoluogo meneghino.
L’associazione di un certo nome a qualcuno proveniente dal Meridione non è esclusivamente leghista, ma ha origini ben più lontane. Già nel film Rocco e i suoi fratelli si capiva questa dinamica, anche se non era espressa chiaramente.
Cambiare lo stato delle cose non è semplice, né possiamo delegare il compito alla politica: dipende dalle persone che vivono Milano quotidianamente.
Se, per esempio, si cominciassero a vedere con meno sospetto le persone di etnia diversa, cercando di integrarle nella comunità milanese, la città cambierebbe aspetto in men che non si dica.
Purtroppo, come fa notare Linus, è già difficile integrare chi ha vissuto la propria vita in una regione più a Sud dell’Emilia-Romagna. Normale che chi non si sente accettato nutra un certo astio nei confronti di chi lo ospita, in un certo senso, e faccia fatica a mostrare le proprie qualità.
Dovremmo lasciar perdere i pregiudizi e lasciare che il tempo ci dimostri con chi abbiamo a che fare.