Duemila è un numero strano: può sembrare tanto o poco a seconda del contesto in cui è inserito. Nel caso della canzone di Mara Sattei, duemila minuti equivalgono a un giorno, nove ore e venti minuti.
Se vogliamo capire il testo, basta una sola frase: si parla di incomprensione e di relazioni finite. Di sicuro, non bastano duemila minuti né per rovinare un rapporto, né per costruirlo, né per rimetterlo insieme, se del caso.
Non è possibile stabilire un tempo per ognuna di queste cose: dipende dal carattere di ogni componente della coppia. Possiamo estendere il concetto anche ai gruppi.
Ogni persona ha i suoi tempi per fare qualsiasi cosa: c’è chi riesce a fare una cosa in pochi minuti, altri che non riuscirebbero a portare a termine lo stesso compito in anni di lavoro.
Si tratta solo in parte di intelligenza: la psicologia ha stabilito che esistono vari tipi di intelligenze. Per esempio, una persona può risolvere un puzzle in pochi minuti, ma trovarsi in difficoltà a mettere insieme tre frasi di senso compiuto.
A prescindere dal carattere o da ciò che ogni persona dice di sé stessa, dovremmo occupare molto del nostro tempo a cercare di comprendere l’altro.
Può essere utile fare domande all’altra persona, ma è ancora più producente osservare i suoi comportamenti e le sue reazioni. C’è gente assolutamente felice ogni volta che sente una canzone, altri che non vedono l’ora di potersi godere un po’ di silenzio.
Non c’è nulla di sbagliato in entrambi i casi, è semplicemente una questione di attitudini. Prima di comprendere quelle delle altre persone, dovremmo riuscire a comprendere le nostre attitudini. Una volta che abbiamo compreso cosa ci piace e cosa no, dobbiamo comunicare le nostre necessità, dopodiché possiamo passare ad osservare i comportamenti altrui e – entro certi limiti – assecondarli.