Nel testo della sua canzone, Lazza dice una profonda verità: quando le cose vanno male, vorremmo tutti sparire come cenere.
Ogni volta che affrontano un periodo di difficoltà, le persone non ricordano altri giorni in cui sono stati cenere. Men che meno, si ricordano i giorni in cui sono risorti come l’Araba Fenice.
Questo avviene perché non esiste un tempo preciso, né quando si diventa cenere, né quando si risorge, a prescindere da quanto si creda.
La vita – a volte – ci logora a poco a poco, tanto che non riusciamo a collocare nel tempo il momento preciso in cui abbiamo cominciato a stare male. Così come la discesa è stata graduale, probabilmente lo sarà anche la risalita.
Il problema è il periodo che sta nel mezzo: abbiamo finito di scendere, ma non abbiamo ancora cominciato a risalire. In questo senso, tutte le persone che hanno attraversato un brutto periodo assomigliano a qualcuno che è convalescente: non è più malato, ma non è ancora sufficientemente in forze per riprendere la vita normale di tutti i giorni.
Dire quanto dura il periodo di convalescenza è impossibile. Dipende da vari fattori in gioco:
- Carattere della persona
- Tipo di problema affrontato
- Eventuale sovrapporsi di altri problemi
Di certo, la vicinanza di altre persone è fondamentale, ma l’aiuto che devono dare non è quello che ci si potrebbe aspettare normalmente. Gli amici devono aiutare il malato (se così posso chiamarlo) a sfogarsi.
Invece, si tende a cercare qualche aspetto positivo su cui concentrarsi. Purtroppo, se non si sfoga il dolore, è impossibile concentrarsi sugli aspetti positivi della vita.
Se volete aiutare veramente qualcuno che sta male, dovete trovare il modo giusto, provando varie strade. Se la comprensione non ha sortito effetto, prima provate lasciandolo solo, poi facendolo arrabbiare ed accogliendo le sue urla.