Non saprei dire se il brano di Loreen resterà impresso nella memoria collettiva come un tattoo, ma dobbiamo considerare un dato di fatto: ha vinto l’Eurovision Song Contest 2023.
Quando l’ho ascoltato la prima volta, il testo non mi ha entusiasmato: la solita canzone d’amore in chiave dance. Come tutti i brani dance, del resto, a rimanere impresso come un tattoo è il ritmo e – in misura minore – l’accompagnamento.
Trovare un nesso con le persone è semplice, in questo caso: magari l’aspetto fisico o del viso non ci colpisce, ma il loro modo di porsi e – in ultima analisi – il loro carattere, ci rimangono impressi nella memoria.
La vita può fare sì che non rivediamo queste persone per lungo tempo ma, se le nostre strade si dovessero incrociare di nuovo, potrebbero essere passati anni, ma sarà come se ci fossimo salutati il giorno prima.
La cosa strana che accade è il ricordo di queste persone: pensiamo a loro costantemente, senza quasi volerlo. L’errore che facciamo è proprio questo: copriamo il nostro tatuaggio. Pensiamo alle persone che ci hanno sconvolto l’esistenza per un certo periodo, ma non abbiamo il coraggio di contattarli di nuovo.
Il motivo è semplice. Crediamo di essere stati dimenticati e preferiamo vivere del ricordo di una conoscenza (chiamarla amicizia è forse troppo, in questo caso) che ha significato e significa ancora molto per noi.
Non possiamo sperare che l’amico o presunto tale ci possa leggere nel pensiero e pensi a noi allo stesso modo: dobbiamo farglielo sapere. L’unico modo è contattarlo.
Per cominciare, dobbiamo risalire ai suoi contatti. Forse non abbiamo più il suo numero di telefono, ma una ricerca su internet può fare sì che troviamo il suo profilo su qualche social network. Il telefono è il primo passo, ma i passi devono essere reciproci.