
Il mio cervello ogni mattina pronuncia la frase condivisa dalla pagina Facebook Crudelia
Adesso m’invento un bel problemone che non esiste, perché oggi mi sono svegliato troppo sereno e a me tutta questa serenità mette ansia
Messa in questi termini, la frase può risultare comica, ma non lo è per le persone ansiose come me. Inventarsi i problemi è la nostra specialità e a poco serve esporli a qualcuno che non sia uno specialista.
Io stesso invento cose che – nella realtà – non esistono o, quantomeno, sono poco concrete. Spero che il modo con cui ho esposto il problema che affligge me ed altre migliaia di persone possa servire a comprenderlo meglio.
La frase è sicuramente ironica, ma la patologia (perché di patologia stiamo parlando) è estremamente seria. Forse non mette in pericolo la nostra vita in senso concreto, ma di certo mette a repentaglio la nostra qualità della vita. Non solo: anche la qualità della vita delle persone a noi vicine, se non hanno un carattere sufficientemente forte, rischia di risentirne.
Non possiamo pretendere né che la persona affetta da questa patologia risolva tutto da sola o che faccia esclusivamente affidamento su uno specialista.
Un modo alternativo e complementare a queste due soluzioni sarebbe quello di condividere il proprio stato da parte del paziente con le persone che lo circondano e – dall’altra parte – servirebbe un po’ di comprensione. Del resto, si riescono a comprendere efficacemente altri problemi di salute mentale.
L’ansia è una patologia che basa la propria forza sia sulla bassa autostima, sia su problemi che non esistono. Trovare un amico che conosca questi due sintomi e sapesse come affrontarli insieme sarebbe bellissimo, ma – spesso – le persone che soffrono di ansia non possono contare sull’aiuto di qualcuno per gestirlo. Anzi, devono fare tutto da sole e sono denigrate per il loro modo di vedere le cose.