Dopo essere diventata madre ed aver sofferto di depressione post-partum, Rachel Platten ha deciso di dedicare una canzone a tutte le ragazze.
Non è un caso che il video sia minimalista: questa è una di quelle canzoni a cui bisogna prestare attenzione solo al testo.
Di sicuro, le ragazze si troveranno più rappresentati dai ragazzi dalle parole di Rachel, ma anche il sesso maschile – diventando genitore – ha le sue belle gatte da pelare. Non è necessario essere genitore per soffrire di depressione, ma basta subire un periodo più faticoso emotivamente del solito, per qualsiasi motivo.
A quel punto, ragazze e ragazzi devono farsi forza, a volte reciprocamente per ritrovare la gioia di vivere.
Le strade le conosciamo: sfogarsi e chiedere aiuto agli amici. Il primo sfogo deve essere fatto in solitaria, per non turbare il quieto vivere altrui. Che si tratti di piangere, urlare o distruggere qualcosa per la rabbia, avete tutto il mio appoggio emotivo (tranne dare fuoco alla casa del vicino: è reato!). L’importante è che successivamente mettiate per iscritto quanto vi turba, in modo da poterlo confidare a qualcuno che non giudicherà mai, un po’ come faceva Anne Frank a Kitty, il suo famoso diario.
Dall’altra parte, le persone non devono lasciare da solo il depresso o la depressa. Sostenere che sia un periodo transitorio e passerà non è di nessun aiuto.
Può darsi che il depresso o la depressa di turno chiedano qualche consiglio. Il problema è duplice: da una parte, dovete trovare qualcosa di adatto da dire, ben sapendo che potete fare ben poco.
L’unica strategia fa leva sulla conoscenza reciproca: dovete conoscere bene la persona depressa. Pur non essendo psicologi, voi sapete cosa – in teoria – potrebbe aiutare il vostro amico o la vostra amica in questo momento.
Per quanto possa risultare traumatico, dovete obbligare il depresso a compiere quel passo, oltre che andare da uno psicologo.