Cosa può fare un piccolo uomo – per citare Mia Martini – nel piccolo posto in cui abita di fronte ad una guerra? Forse quello che ha fatto Emiliano Chillico: raccontare una storia attraverso un media, in questo caso un video.
Le persone protagoniste hanno una grande differenza fra di loro: una abita in Bulgaria, l’altra in Serbia, sebbene andare da un posto all’altro richieda solo pochi passi . Come dire: una patisce gli orrori della guerra, sa evitare le mine antiuomo, l’altra no, ma capirà tutto questo ben presto.
Gli italiani e la maggioranza degli abitanti nei Paesi europei sono fortunati. Dal 1945 non subiscono più una guerra né sul proprio territorio, né vicino ai propri confini. É una posizione comoda, in cui si osserva da lontano quanto accade e si lascia alla politica il compito di risolvere la questione. Nella migliore delle ipotesi, si fa una donazione, salvo poi lamentarsi dei profughi e – più in generale – dei migranti che varcano i confini nazionali.
La sfortuna di chi accoglie le persone che temono per la propria vita e per la propria Patria è quella di non riuscire a comprendere cosa vuol dire tutto questo, perché non lo ha vissuto sulla propria pelle.
Forse qualcuno può ancora farsi raccontare da qualcuno che ha vissuto la guerra in prima persona. Se così non fosse, forse sarebbe meglio che guardasse qualche documentario a riguardo prima di lamentarsi dei profughi e dei migranti che fuggono da una condizione che gli italiani non sono abituati a conoscere.
È un piccolo passo, me ne rendo conto, ma è più efficace di quello che facciamo per lavarci la coscienza. Cosa facciamo? Solo donare qualche euro alle Organizzazioni Non Governative …Comunque è sempre meglio non esagerare, perché c’è la crisi. Spero capiate che questa mia ultima frase è solo macabra ironia.