Tutto vero – Nomadi

Quello che vi dirò di seguito è tutto vero, per citare il titolo di una canzone. Non ho mai fatto mistero che il mio gruppo preferito siano i Nomadi. Li ho scoperti – purtroppo – tardi, anni dopo che Augusto Daolio e Dante Pergreffi se ne andarono.

Ciò non toglie che trovi in molte canzoni di questo gruppo, anche in quelle più recenti, un messaggio: a volte un messaggio che può sembrare tutto di lotta, altre volte un messaggio tutto di speranza, più raramente d’amore, nel senso sentimentale del termine. Ciò non toglie che sia un messaggio che trovo sempre vero.

Come il testo di ieri, anche quello di oggi mi ricorda un consiglio da fratello maggiore: è un fratello maggiore diverso, più grintoso e – forse- incazzato con chi ha smesso di lottare…come, forse, avevo fatto io….Lasciate che vi racconti.

Ho trascorso molti anni cercando affetto e stima (qualsiasi cosa significhino queste parole) da parte di chi mi conosceva: parenti, amici, semplici conoscenti. Per farlo, ho scelto la via che ritenevo più semplice: ho fatto esattamente ciò che mi chiedevano gli altri. Oltre  a non ottenere i risultati sperati, ho avuto anche un problema non secondario: mi ero trasformato in una specie di robot, che eseguiva gli ordini ricevuti…e nulla più.

essuna passione, nessuno svago degno di questo nome: passavo le giornate a lavorare e a lamentarmi della mia vita vuota.

Devo ringraziare qualche persona e alcune cose per avermi salvato:

  • La mia psicanalista
  • Chi ha creduto veramente in me (Consolata, mi stai leggendo?)
  • La fotografia
  • La scrittura
  • I viaggi
  • La musica

Quest’ultima (oltre a fornirmi gli spunti per il blog) mi ricorda sempre che la vita non è fatta solo di doveri, ma anche  – per citare il testo di stasera – di forza e di passione: concetti che ho dimenticato per molto, troppo tempo…e che devo, anzi, voglio riprendermi per continuare a vivere!

 

 

La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi

 

 

Scegliere il video per questo mio post è stato complicato. Sapevo di voler citare L’attimo fuggente con Robin Williams, uno dei miei attori preferiti. Era ovvio, perciò, che avrei cercato su Youtube. Qui mi sono trovato davanti ad un problema:

quale, fra i 14700 video proposti, mi rappresenta di più?

Ho scelto la scena in cui un impaurito Todd Anderson (Ethan Hawke), aiutato dal professor John Keating, declama la sua personale poesia alla classe.

Eccovi il testo :

La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi

Tu la spingi, la tiri e lei non basta mai!

Anche se ti dibatti, non riesci a coprirti tutto…

Dal momento in cui nasci piangendo al momento in cui esci morendo,

ti copre solo la faccia e tu piangi e gridi e gemi!

Guardando su un dizionario, si scopre che la parola verità ha molti significati. Questo è vero sia in senso grammaticale, sia in senso personale. Dire la verità è la cosa più semplice: non occorre inventarsi nessuna scusa.

Ma perché, allora, Todd Anderson afferma che la verità non basta mai? Se una persona afferma di essere alta un metro e settanta centimetri, basta una banale misurazione per scoprire se è vero o no. L’altezza di una persona è oggettiva.

Se, invece, quella stessa persona afferma:

Secondo me, ha ragione Tizio…non Caio

È sinceramente convinto che abbia ragione Tizio, quindi una verità soggettiva: è molto probabile che qualcun altro pensi che abbia ragione Caio e non Tizio.

Ecco il motivo dell’affermazione di Todd Anderson.

Ammettendo che esista una verità assoluta:

  • Questa è comunque la somma di oggettività e soggettività
  • Imporre la propria verità assoluta mi ricorda il modo di comportarsi di tutti i dittatori

Fortunatamente, siamo in democrazia: ognuno ha diritto di esprimere la propria opinione e di crearsi una propria coscienza o – per meglio dire e restare in tema – una propria verità soggettiva.

Il fatto che io abbia sempre detto la verità mi conforta solo in parte: non ho mai espresso la mia verità soggettiva con sufficiente fermezza…e di questo me ne faccio un cruccio, perché – oltre che i piedi – la mia coperta di verità mi lascia scoperta anche la pancia.

 

 

Siamo nati a Milano

https://www.youtube.com/watch?v=11NiDu57Hm0

 

Quando ancora frequentavo le superiori a Sondrio, una mia compagna di scuola mi invitò a casa sua per ascoltare un po’ di musica. Credo che entrambi siamo nati con la musica nelle orecchie. Mentre la stanza si riempiva delle note della prima canzone, la mia amica disse questa frase:

Nelle canzoni, ciò che conta veramente è il messaggio

Allora, quella frase mi sembrò strana: non capivo cosa intendesse dire. Lo capii con il tempo: il testo di una canzone ha un messaggio. Non un messaggio nel senso semiotico del termine, ma un messaggio più personale, quello che l’autore voleva trasmettere nel testo.

Non importa dove abbiamo sentito una canzone o chi l’abbia cantata: l’importante è che a noi, semplici ascoltatori, un brano trasmetta un messaggio personale.

In questo caso specifico, non importa che Nati a Milano sia stata usata per una sigla televisiva o che a cantarla sia Giorgio Faletti, di cui non conosco certo tutta la discografia. L’importante è che – per me – abbia un messaggio.

Nel mio caso, credo che il destino abbia deciso subito che – un giorno – mi sarei trasferito a Milano. Mio padre ha frequentato l’Università a Milano e ci ha trascorso anche alcuni anni di lavoro, durante la mia infanzia. I suoi aneddoti di questi lunghi periodi mi hanno fatto innamorare di Milano ancor prima di conoscerla.

Anch’io, come mio padre ha fatto prima di me, ho frequentato e frequento Milano: prima come semplice turista, poi come studente fuori sede, attualmente come lavoratore. In tutti i casi, ho scelto io di andare a Milano. Le alternative non sarebbero certo mancate:  per esempio, avrei potuto studiare a Bologna,  tornare a Sondrio dopo la Laurea , trasferirmi all’estero o in qualsiasi altra parte d’Italia . Non ho fatto niente di questo.

Il motivo è semplice da spiegare, difficile da capire: credo che ognuno di noi abbia un suo luogo che raramente coincide con quello di nascita. Parafrasando il linguaggio burocratico, potremmo chiamarlo il luogo di rinascita. Non sappiamo spiegare bene il perché, ma in quel luogo ci sentiamo casa, anche se non siamo a casa.

Per me, ovviamente, quel luogo è Milano.

Post it – Il mondo è un libro: quelli che non viaggiano…

Viaggi Sant'Agostino
Post it con frase di Sant’Agostino

Stasera Facebook era vuoto: tutti erano parlavano e scherzavano a proposito degli Oscar a Leonardo DiCaprio ed Ennio Morricone e non c’erano frasi che hanno catturato la mia attenzione.

Leggi tutto “Post it – Il mondo è un libro: quelli che non viaggiano…”

Quando andavo a scuola

John Lennon quando andava a scuola
Quando andavo a scuola, mi domandarono…

 

Quando ho trovato casualmente su internet questa frase di John Lennon:

Quando andavo a scuola, mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi “felice”. Mi dissero che non avevo capito il compito e io dissi loro che non avevano capito la vita.

Non ho potuto fare a meno di parlarne nel blog. Capire perché mi piaccia questa frase è stato semplice: per farlo capire anche a voi devo raccontare un aneddoto

Durante le scuole elementari, dal 1985 al 1990, ebbi solo un’insegnante: non saprei dire quanti anni avesse, ma andò in pensione proprio nel 1990, perciò le persone più anziane di me potrebbero essere agevolate nel fare i relativi calcoli.

ll suo modo di insegnare era molto pratico: non c’era nessuno spazio per la fantasia, tutto era incentrato sul dovere.

Questo modus pensandi mi ha fatto crescere come una persona affidabile, ma ha tarpato le ali all’immaginazione . Fortunatamente, grazie ai libri ho potuto capire cosa fossero la fantasia e il piacere .

Non occorre essere John Lennon per capire che nella vita servono (anche) fantasia e piacere.

I motivi  per cui questi due fattori sono importanti sono molti:

  • Aiutano a risolvere i problemi in modo innovativo
  • Aiutano a rilassarsi
  • Possono indicarci la strada per il nostro futuro

Ognuno di voi può trovare altri benefici derivanti dalla fantasia e dal piacere, ma credo saremmo tutti d’accordo nel dire che  – alla fine – sono i veri motori che ci conducono verso la felicità duratura. Non solo: sono un naturale antistress.

Non dobbiamo sentirci in colpa per qualcosa che potrebbe generare delle critiche: l’importante è non fare male a nessuno.

L’importante è trovare un proprio modo. Può anche darsi che non sia una modalità che gli altri si aspettano, ma non possiamo piacere a tutti ed abbiamo anche noi diritto alla nostra privacy.

Una delle cose che fanno più male nella vita è sentirsi in colpa per aver fatto qualcosa che ci fa stare bene. Con il rispetto del prossimo, possiamo fare qualsiasi cosa.

 

 

 

Intro: il bello d’esser brutti

Il titolo della canzone scelta per questo post e quello del relativo album di J-Ax  possono avere un significato oscuro se ci si lascia trarre in inganno dai pregiudizi. Trovo molto bella la canzone Intro: rispecchia molto anche me stesso.

Leggi tutto “Intro: il bello d’esser brutti”

Ti criticheranno sempre…

Per quando ti criticheranno
Ti criticheranno sempre: parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere così come sei!

 

Non mi piace criticare, non sono un grande fan di Charlie Chaplin:  il cinema muto non mi fa impazzire. Forse avrei dovuto nascere in un’epoca più vicina a quella di Charlot per criticare costruttivamente il contenuto della frase

 

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere così come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un’opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca senza applausi.

Leggi tutto “Ti criticheranno sempre…”

Resize text-+=