Oltre alla figa, il milanese imbruttito pensa anche alla fuffa, intendendo la definizione che ho postato come immagine. In particolare, se la prende sul suo blog con chi compila il suo curriculum o la sua pagina LinkedIn con competenze esistenti, ma mascherate dietro anglicismi che fanno apparire il lavoro del soggetto molto più cool.
Mentre io ho preferito nominare il mio blog con nome e cognome, Alessandro Masala ha preferito nominare il proprio canale YouTube con il servizio che propone: Breaking Italy.
Chissà se un giorno quelli che contano ci diranno a quanto sono arrivati
Proprio nel giorno in cui il re di quelli che contano (o che credono di contare) Gianluca Vacchi balza agli onori della cronaca per un’attività che non ha nulla a che fare con Instagram,ho trovato questa immagine sulla pagina Facebook Informazione Libera: una scritta in pennarello incorniciata.
Anche se la fotografia è leggermente sfocata, la frase si legge benissimo
Chissà se un giorno quelli che contano ci diranno a quanto sono arrivati
Ci sono lavori che non sono considerati tali o, almeno, meno lavori degli altri. L’elenco proposto dall’articolo de La Repubblicanon è certo esaustivo, ma fa capire subito di chi stiamo parlando:
Musicisti
Attori
Comparse
Sceneggiatori
Autori
Drammaturghi
Poeti di strada
Il mondo dello spettacolo non è certo semplice, anzi: come cantava Gianni Morandi
Uno su mille ce la fa
Forse, anche meno di uno su mille.
Gli altri novecentonovantanove sono costretti ad arrabattarsi come possono, districandosi fra l’arte ed un lavoro più comune, spesso anche poco remunerato. Come dicevo ieri, di Mozart ne nasce uno ogni secolo.
Con la sola esclusione di medici, infermieri e di chiunque altro si prodighi per salvare la vita di qualcuno, dedicherei grandi donazioni a chiunque possa essere definito un artista. L’artista non è colui che dicembre
Guardate quanto sono bravo a fare questa cosa
Ma colui che ha una sensibilità più spiccata rispetto ad altre persone e cerca di far vedere in modo più ampio il mondo a tutti noi. Se vogliamo, è una figura che ne racchiude molte altre: ricercatore, esploratore, rivoluzionario, studente.
L’artista è tutte queste cose insieme, ma siamo diventati così ossessionati dalle cose più pragmatiche e razionali che ci rendiamo conto di quanto fosse geniale una mente solo quando viene a mancare.
Io non mi reputo un artista: la scrittura e la fotografia sono degli hobby, nulla di più. Non posso nascondere, però, che entrambe queste attività richiedano una certa costanza e una buona dose di fatica:
Si va a letto tardi
Ci si alza presto
Si fanno chilometri con lo zaino in spalla
Si rinuncia ad altre attività
Ma chi te lo fa fare?
La vostra domanda è legittima. Lo faccio per passione. Allora perché noi artisti non possiamo essere remunerati per la nostra passione come lo sono altre categorie di lavoratori?
Guardo il murales che ho trovato sulla pagina Facebook Il rock è la migliore musica del mondo e penso che Valentino Rossi avrebbe anche potuto farlo disegnare sul suo casco.
Ci vediamo sul lato oscuro della luna
ha scritto il graffitaro, italianizzando il verso di una famosa canzone dei Pink Floyd.
Oggi è la giornata della memoria. Scegliere la canzone di cui parlare è stato semplice: ho sceltoCanzone del bambino nel vento, meglio nota come Auschwitz. Per i miei gusti musicali, preferisco la versione live dei Nomadi che vi propongo anziché quella dell’Equipe 84.
Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione.
Questa mattina, mentre andavo a lavorare, ho trovato questa frase di Charlie Chaplin
Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è problema loro.
Non serve essere ricchi per essere felici, le migliori cose nella vita sono gratis, il sorriso, un abbraccio, una carezza, e tanto amore.
Il bello di internet è che ognuno può dire pubblicamente ciò che vuole: questo blog ne è la prova. Il brutto di internet è che ognuno dice pubblicamente ciò che vuole celato dietro uno schermo. Sembra quasi che Rita Lombardi abbia voluto usare il mezzo di comunicazione a distanza per eccellenza per proporre una frase che si basa sulla vicinanza
Non serve essere ricchi per essere felici, le migliori cose nella vita sono gratis, il sorriso, un abbraccio, una carezza, e tanto amore.
Ironia della sorte, la frase è stata ripresa dalla pagina Facebook I Stay with me: non credo sia necessaria una traduzionedi queste parole, comunque mi ricordano tanto la solitudine.
Forse è proprio la solitudine la malattia di cui soffre la società attuale. Secondo me, molti di noi (soprattutto i single) non si ricordano l’ultima volta in cui hanno ricevuto
Un abbraccio
Un sorriso
Una carezza
Non parliamo, poi, dell’amore: fosse per me, le definizioni del concetto sarebbero le seguenti
Sentimento che molti pretendono ma che pochi danno
Sentimento che abbiamo dimenticato come sia fatto
Non so come siamo arrivati a questo punto, ma forse non è troppo tardi per tornare indietro. Avrei un suggerimento: provare ad utilizzare canali di comunicazione più umani e diretti. Potete procedere per gradi
Se vi chiedete che fine abbia fatto una persona, provate a cercarlo su internet
Se sentite un vostro amico solo su Facebook, scrivetegli
Se usate solo la mail per parlare con gli altri, alzate il telefono
Se vi sentite vocalmente, perchè non vedervi anche di persona?
Su quest’ultimo passaggio, la mia amica Francesca avrà sicuramente qualcosa da ridire (o da ridere?): ogni tanto, mi faccio prendere dai troppi impegni…e mi dimentico dei nostri appuntamenti!
Per essere felice devi imparare a ignorare molte cose
Non ho idea sul perchè chi ha realizzato l’immagine poi pubblicata sulla pagina Facebook Le cose che feriscono insegnanoabbia scelto un ritratto di Vin Diesel come sfondo.
A quanto mi risulta, l’attore non ha mai pronunciato la frase
Per essere felice devi imparare a ignorare molte cose
Inoltre, mi sembra un aforisma adatto più ad un filosofo antico piuttosto che ad un attore. Di sicuro, c’è un fondo di verità: più problemi ci tormentano, più la vita ci sembra complicata.
Anche se molti consigliano di risolvere un problema per volta, non sempre riusciamo a farlo. Pensate ad una giornata qualsiasi. Dopo il lavoro, dovremmo anche occuparci di altre faccende:
La spesa
Le commissioni alla posta
I doveri famigliari
Come riuscire a trovare tempo per noi stessi e per assaporare un po’ di felicità? La soluzione è semplice in teoria, un po’ meno in pratica. Vi propongo due alternative:
Fissare un orario in cui dobbiamo smettere di preoccuparci dei problemi e dedicarci al piacere
Trovare il lato piacevole delle mansioni che stiamo affrontando
Esiste anche una terza via: trovare un modo diverso per affrontare le stesse questioni.
Quest’ultimo caso richiede volontà e capacità di ascoltare i pareri altrui… In ogni caso, ce la potete fare.