C’è gente che crea la tempesta….

Non dobbiamo creare la tempesta
C’è gente che crea la tempesta e poi si lamenta quando piove

I marinai sanno  come sia difficile navigare durante una tempesta; tutti gli altri farebbero bene a memorizzare la frase 

C’è gente che crea la tempesta e poi si lamenta quando piove

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Vedo la gente lamentarsi che è senza soldi

Per le vacanze occorrono i soldi
Vedo la gente lamentarsi che è senza soldi e poi si prenota le vacanze

È ovvio che per prenotare le vacanze occorrono quantomeno i soldi della caparra. Eppure, come dice il bambino protagonista del film Il sesto senso

Vedo gente che è senza soldi e poi si prenota le vacanze

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Tutti a prendersela con i social

Perché prendersela con i social?
Tutti a prendersela con i social, tralasciando che la gente era scema pure prima

Dopo l’iniziale novità, anche i Social Network sono stati oggetto di critica. Come propone la frase del famoso gufetto della pagina Io ti maledico

Tutti a prendersela con i social, tralasciando che la gente era scema pure prima, solo che prima lo sapevano solo in famiglia

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Abbiamo bisogno di meno WhatsApp e più abbracci

un abbraccio è meglio di WhatsApp
Abbiamo bisogno di meno WhatsApp e più abbracci

Personalmente, uso WhatsApp al posto degli SMS ma, come ci fa capire l’articolo che ho trovato sul sito Emozioni feed, c’è gente che predilige questo mezzo di comunicazione ad un incontro faccia a faccia.

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La gente, quando non capisce, inventa

Frase "La gente, quando non capisce, inventa e questo è molto pericoloso" di Alda Merini
La gente, quando non capisce, inventa e questo è molto pericoloso

Non è la prima volta che parlo di un aforisma sulla gente, né la prima volta che parlo di Alda Merini, che apprezzo quasi quanto Charles Bukowski. Entrambi hanno dedicato molto loro tempo all’osservazione della gente.

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People have the power

 

Questa mattina mi sono svegliato mentre la radio trasmetteva la canzone People have the power e mi sono arrabbiato con me stesso domandandomi

Come ho potuto dimenticarmi di loro due?

Loro due sono, ovviamente, la sacerdotessa maudit del rock Patti Smith e, appunto, la sua canzone People have the power: una figuraccia non da poco, visto che ho sostenuto più volte che ciò che conta nelle canzoni sono il messaggio e le emozioni.

Di emozioni e messaggi il testo ne propone praticamente ad ogni strofa, se non ad ogni riga, parlando di

  • Sogni
  • Gente
  • Potere

solo per citare le tre parole che più colpiscono a prima vista.

Il video, volutamente con il viso di Patti quasi cadaverico, ci mostra gente, famosa e non: sono loro che hanno il potere, siamo noi che abbiamo il potere o, almeno, dovremmo averlo.

Il problema è che molte persone, io incluso, si ostinano a pensare di non poter cambiare il mondo. Di certo, questo è un po’ utopico…Ma perché non cominciamo a cambiare il nostro mondo?

Basterebbe cambiare qualche abitudine personale per vedere il mondo da una prospettiva diversa. Per esempio, se andassimo a letto mezz’ora prima ogni sera, saremmo più riposati il giorno dopo…e forse risparmieremmo qualche soldo di luce elettrica.

La risposta è molto semplice: ci stiamo adagiando. Siamo convinti che non possiamo cambiare nulla. Con l’età perdiamo quella voglia di rischiare che contraddistingue i pazzi, i monomaniaci e…gli adolescenti. Forse è proprio per questo che i famosi quattro amici al bar di Gino Paoli sono molto giovani.

Se escludiamo il cantautore genovese, non mi viene in mente nessun altro nome italiano che abbia parlato del Potere. Forse non è un caso che Power in inglese abbia due significati:

  1. Potere, appunto, nel senso politico e sociale del termine
  2. Energia, nel senso elettrico del termine

Per esprimere il potere ci vuole energia, che le persone – almeno in Italia – sembrano aver perso da un bel po’ di tempo, almeno da quando è finita la Seconda Guerra Mondiale.

Presto per questo passo? Ma noi ci amiamo

forse è troppo presto per Nicolò e Giorgio?
Nicolò e Giorgio, i neo-sposi

È di oggi la notizia proposta dal quotidiano La Repubblica

Niccolò e Giorgio, gli sposi gay più giovani d’Italia: “Troppo presto per questo passo? Ma noi ci amiamo”

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La gente non nasce depressa. Lo diventa a forza di trasformare i vaffanculo in silenzi.

Motivo per cui la gente è depressa
La gente non nasce depressa. Lo diventa a forza di trasformare i vaffanculo in silenzi.

Il web ci insegna non è necessario essere dei premi nobel della letteratura per conoscere ed esprimere la verità.

Proprio per questo mi piacciono le frasi anonime: ognuno di noi può dirle. Non avendo abbastanza competenze linguistico-letterarie (o non volendole usare) sono anche più schiette e sincere.  La frase di oggi ne è un esempio

La gente non nasce depressa. Lo diventa a forza di trasformare i vaffanculo in silenzi.

Solo Charles Bukowski usava un linguaggio scurrile nei suoi scritti: per tutti gli altri scrittori, non sarebbe risultato appropriato nemmeno stilisticamente parlando.

Forse è proprio per questo che la letteratura è piena di casi di depressione: gli autori non vengono ascoltati, ma letti! Manca il contatto umano tra autore e scrittore, tra blogger e utente internet, fra amici che debbono accontentarsi del telefono per sentirsi!

Non essere ascoltati può generare rabbia: non sfogare la rabbia può essere molto pericoloso. Nel migliore dei casi, può causare sintomi psicosomatici; in quello peggiore, degenerare nell’ansia.

Il problema nasce da vari fattori:

  • Ci vediamo sempre meno
  • Chattiamo sempre di più
  • Ci ascoltiamo sempre meno
  • Parliamo sempre di più

Avete notato che tutte le persone vorrebbero parlare, ma nessuno ascolta il prossimo? Lo facciamo perché siamo così convinti delle nostre ragioni che….non ascoltiamo quelle altrui, costringendo il nostro interlocutore a tenersi dentro un vaffanculo che non riesce a venir fuori perché è sempre più percepito come un offesa, non come un modo forse un po’ troppo sanguigno per far capire al prossimo che siamo tutti uguali e tutte le opinioni devono essere rispettate.

Ammettere di avere sbagliato è un pregio

Difficile ammettere di sbagliare
Ammettere di avere sbagliato è un pregio che pochi hanno

 

Devo ammettere che trovo ironico l’accostamento fra la frase di stasera e la pagina Facebook che l’ha condivisa, cioè Notizie Shock.

Ammettere di avere sbagliato è un pregio che pochi hanno

Sembra quasi il titolo in prima pagina di un giornale scandalistico, non trovate? Viene quasi da domandarsi

Dov’è la notizia?

La notizia è semplice: siamo umani, perciò esseri imperfetti, nelle grandi e nelle piccole cose. Detta in questi termini, sembra una scoperta scientifica: invece, è semplicemente una cosa lapalissiana.

Purtroppo, stiamo vivendo in una società in cui ogni persona crede di avere ragione. Per sillogismo, potremmo domandarci

chi vuole prendersi il torto?

Se volete, me lo prendo io, per tutte le mie colpe: credo che tutti gli errori possano essere – se non risolti – almeno chiariti con il dialogo. Occorre solo un po’ di tempo per:

  • Calmarsi
  • Discutere
  • Confrontarsi

Io sono disposto a metterci tutto il tempo necessario, chiedendo scusa per ogni mio sbaglio.

Cosa mi manca? Qualcuno che sia disposto ad accettare le mie scuse. In altri termini, mi manca la controparte: so che c’è troppa gente arrabbiata a causa mia, perciò non mi vogliono parlare.

Non conosco molte persone disposte ad ammettere agli altri di sbagliare. Tutti sono convinti non solo che le proprie azioni siano giuste, ma anche comprensibili. Non solo: per paura di essere sovrastati da chi li circonda, sono loro a sovrastare il prossimo. Io non concepisco questa mentalità: non la sopporto. Trattare gli altri da pari a pari è sempre stato il mio obiettivo, ma non vedo molta gente in giro disposta a condividerlo

Forse è un carattere duro:per carità, esistono queste persone, sempre ne esisteranno.  Tuttavia, avere un carattere duro non significa non riuscire ad ammettere le proprie colpe,

Music connecting people

Immagine da Facebook
Music Connecting people

Mi sono innamorato subito dell’immagine di stasera: un pittogramma raffigurante un uomo e una donna, le cui teste sono sostituite da note musicali e la scritta

Music conecting people

a richiamare (o a sbeffeggiare? Non lo so, ditemelo voi) un noto produttore di cellulari finlandese.

Scrivendo di musica, si rischia di scatenare le classiche fazioni:

  • Beatles contro. Rolling Stones
  • Claudio Villa contro Gianni Morandi
  • Paisiello contro Rossini

ed alimentare il contrasto anzichè ridurlo. La frase di oggi, invece, mira addirittura ad annullare il contrasto: la musica può creare unione! Basta ricordarsi qualche scena di epoca passata per rendersene conto: non era forse il canto ad unire le mondine? E che dire degli alpini?

Forse, isolati dalle cuffie e spaventati – economicamente parlando –  dall’alto costo di certi concerti, molte persone hanno perso il gusto di ascoltare musica insieme.

Credo che questo sia il primo passo da compiere per riuscire a creare nuovi rapporti sociali: la musica – come un qualsiasi hobby, del resto – unisce…non delude e non divide mai.

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