Nessuno dice niente

Romano Prodi e nessuno
L’operaio guadagna meno del manager: nessuno dice niente

Nessuno ha letto l’Huffington Post, recentemente? Io l’ho fatto: quando ho visto la notizia o – per meglio dire – l’analisi fatta da Romano Prodi mi ha colpito il passaggio

Nessuno dice niente

Il problema è proprio questo: spesso nessuno dice niente. Tutti accettano passivamente quanto accade intorno a loro, nella speranza che qualcosa cambi, magari tramite la politica.

Sicuramente, votare è un dovere civico ed io non sarò mai contro lo Stato a meno che non si trasformi in una dittatura.

Non consideriamo mai, però, che uno Stato senza nessuno non sarebbe uno Stato. Uno Stato, per essere tale, ha bisogno di persone. La mia non è una chiamata alle armi per

  • Fare la rivoluzione
  • Farsi eleggere in Parlamento
  • Diventare terroristi

Tutt’altro: è un invito buttare via ciò che vi fa male per coltivare ciò che vi fa bene. Questo sembra non c’entrare molto con lo Stato: in realtà c’entra moltissimo.

Quando non siamo contenti della nostra vita diamo la colpa a un’infinità di questioni, tra cui lo Stato, appunto. Il modo di dire

Piove, Governo ladro!

Non l’ho inventato io e rende bene l’idea.

Il modo per migliorare la propria vita non è cambiare lo Stato, ma cambiare sé stessi. Non è facile, non può essere fatto dalla sera alla mattina, né può essere totale, questo è chiaro. Tuttavia, tutti abbiamo qualche nostra abitudine che non ci piace: dobbiamo sforzarci di cambiare quelle. Così facendo, si noteranno subito delle conseguenze positive.

Per esempio, immaginate che vi rendiate conto di non dormire sufficientemente: magari con fatica, ma sforzatevi di andare a letto mezz’ora prima. Dopo un po’ di tempo, cercate di capire se questa nuova abitudine vi ha giovato oppure no. In ogni caso, provate anche a cambiare qualcos’altro da aggiungere al cambiamento già fatto: magari il primo non era sbagliato, ma solo insufficiente.

Pirata informatico : cosa dovremmo smettere di fare online

Ritratto del pirata informatico Stephanie "Snow" Carruthers
Ritratto del pirata informatico Stephanie “Snow” Carruthers

In genere, pensiamo ad un pirata informatico – normalmente definito hacker – come una persona che utilizza le proprie competenze informatiche per carpire informazioni ai poveri utenti che utilizzano tanta tecnologia senza conoscere le regole di sicurezza.

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Che fine hanno fatto i protagonisti di “Sapore di mare”?

La fine dei protagonisti di "Sapore di mare"
Foto di gruppo del cast di “Sapore di mare”

Di tanto in tanto, anche l’Huffington Postnotizie o si pone quesiti leggeri, interpellandosi sulla fine di questo o quel personaggio un tempo famoso, di famose pellicole,  ma oggi sparito dai radar dello star system.

La domanda che si è fatta il giornalista riguarda il film Sapore di mare

Che fine hanno fatto i protagonisti ?

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L’ ora più buia di Mattarella: la scelta obbligata

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Premier incaricato: è giunta l'ora?
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Premier incaricato Carlo Cottarelli

A causa di problemi tecnici, ho dovuto posticipare ad oggi la pubblicazione dell’articolo previsto per sabato,ho passato qualche ora preoccupandomi della mia connessione internet…Poca roba, considerando le questioni che deve affrontare Sergio Mattarella.

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Il Financial Times dà del principiante a Conte

Foto di Giuseppe Conte apparsa sul Financial Times
Screenshot dell’articolo apparso sul Financial Times

La notizia di oggi ha fatto un giro strano: pubblicata dal Financial Times, ha incuriosito l’Huffington Post italiano ed ora appare sul mio blog.

In breve, come scrive la redazione: il premier designato Giuseppe Conte è stato apostrofato come principiante della politica da James Politi, corrispondente da Roma per il quotidiano britannico.

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A chi risponde sempre sono stanco …

Animale stanco che si riposa sul tronco di un albero
Pantera nera stanca che si riposa sul tronco di un albero

Pochi minuti fa, mi sentivo un po’ stanco ed ho digitato su Google la chiave di ricerca sono stanco. Dalla ricerca sono risalito ad un articolo dell’Huffington Post.

Il titolo è già esplicativo di suo

A chi risponde sempre “Sono stanco” alla domanda “Come stai?”

Riassumendo, le persone che dicono di sentirsi stanche potrebbero essere depresse. Cosa che non traspare, invece, è che chiunque sia in questo stato ha buoni motivi per sentirsi stanco e depresso.

Il motivo è pazzescamente semplice ed evidente: molti di noi danno molto di più di quanto ricevono, ma nessuno se ne rende conto. Logico che, a lungo andare, qualcuno possa affaticarsi e sentirsi stanco.

Gli amici di queste persone sicuramente ne apprezzano la disponibilità, la pacatezza o qualunque altra caratteristica. Tuttavia, non si rendono conto della fatica che può portare un comportamento del genere.

Sto parlando, in linea generale, di chi ha un carattere buono: chi crede (o spera) che i suoi sforzi siano – se non premiati – quantomeno riconosciuti da chi gli sta intorno.

Il ragionamento di noi buoni si basa su qualche punto

  1. Crediamo che i nostri sforzi siano sempre e comunque riconosciuti
  2. Pensiamo che ne riceveremmo gratitudine e saremo ricambiati in qualche modo
  3. Siamo convinti che – nonostante tutto – fare il proprio dovere ed aiutare gli altri siano buone cose

A volte, non dedichiamo tempo nemmeno a noi stessi: ci sembra già un miracolo poter spegnere la luce senza pensieri quando è ora di andare a letto.

Non è un caso che abbia scelto l’immagine di una pantera nera per rappresentare queste sensazioni. Ognuno di noi persone buone è molto combattivo, ma lo fa in modo stancante. Ogni tanto, ci piacerebbe che qualcuno ci inviti a riposare.

Considerando la descrizione che vi ho fatto e che fa anche l’articolo dell’Huffington Post, vi consiglio di andare a fondo della questione, quando la risposta più frequente di una persona è  Sono stanco

Resta single finché non trovi una persona che capisca

Mèlanie Bernet una volta era single
Mèlanie Berliet e Marito nella Foto pubblicata da “L’Huffington Post”

Dato lo mio status di single incallito, durato più di quanto non avessi voluto in realtà, non dovrebbe stupirvi che questa mattina la mia attenzione sia stata catturata da una notizia pubblicata da L‘Huffington Post intitolata

Resta single finché non trovi una persona che capisca che l’amore non è il regno dei sogni

In cui Mèlanie Berliet, che vedete ritratta nell’immagine insieme al marito, racconta pro e contro di una vita di coppia ai single. Tutti sono stati  single per un certo periodo della loro esistenza. Facile, quindi, fare paragoni fra il prima ed il dopo, intendendo fra la vita da single e la vita in compagnia di qualcuno.

In pratica, la giornalista racconta al proprio pubblico, fra cui ci sarà un esercito di single ambosessi, uno spicchio della vita che chi non è accasato conoscerà solo in futuro…ammesso e non concesso di trovare e di voler trovare qualcuno con cui condividere la propria vita.

Diciamoci la verità: è un esercizio che facciamo tutti immaginando ciò che non abbiamo. Quante volte ci poniamo la domanda

Come sarebbe la mia vita se…?

Qualcuno di noi avrà sicuramente immaginato come potrebbe essere vivere come

  • Un milionario
  • Un astronauta
  • Un politico importante

A volte realizzeremo questo sogno, altre volte rimarrà tale. Solo i secondi, però, potranno dire di aver provato pregi e difetti di un modo di vivere solamente immaginato tempo prima.

Vorreifarvi una domanda

Secondo voi, perché non realizziamo veramente i nostri sogni ?

Qualunque sia la vostra risposta, sarà ben accetta: io non l’ho ancora trovata! ;a Paura, quella con la maiuscola, che ci blocca e ci impedisce di agire, potrebbe essere un’ipotesi. Resta il fatto che tanti sogni sono destinati a rimanere tali perché non proviamo a realizzarli.

Ci sono 4 grandi differenze tra estroversi e introversi

Quali differenze  fra introversi ed estroversi?
L’immagine scelta da L’Huffington Post per l’articolo sulle differenze fra introversi ed estroversi

Ieri sera L’Huffington Post ha pubblicato un interessante articolo sulle differenze scientifiche fra introversi ed estroversi

Ci sono 4 grandi differenze tra estroversi e introversi (lo dice la scienza)

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Introduzione lunga, conclusione breve

Introduzione lunga
La lettera corretta di Nick Lutz

Questa sera vorrei scrivere un post diverso dal solito, perciò sarà necessaria una breve introduzione.

L’articolo dell’Huffington Post ha il titolo

L’ex fidanzata gli scrive per scusarsi, lui gliela rispedisce indietro dopo averle corretto tutti gli errori grammaticali

Due persone si lasciano. Anche se è stata la compagna a decidere di troncare la relazione, è la donna a scrivere una lettera di scuse. Lui, forse ancora deluso, non risponde alla lettera…ma la corregge ,  vestendo i panni di un professore di lettere, attribuendo  una sufficienza striminzita al componimento.

Una notizia del genere può suscitare ilarità ad una lettura superficiale…ma cerchiamo di mantenere la calma. Non è lecito domandarsi

Perché lui non ha considerato il gesto di lei?

Lo stesso ragazzo sembra rispondere che – invece – lo ha fatto, affermando

Introduzione lunga, conclusione breve, solo ipotesi ma mai una conferma. I dettagli sono importanti

In realtà, è solo un escamotage per non confrontarsi con la persona amata fino a poco tempo prima. Io, al suo posto, avrei quantomeno concesso un incontro chiarificatore: non accade forse così alla consegna di ogni tema? Invece, il ragazzo non lo ha concesso. A parziale giustificazione, possiamo dire che non sappiamo se ci sono stati tentativi di riappacificazione in precedenza. Purtroppo, certe notizie sono pubblicate senza che il lettore possa conoscere i dettagli ella vicenda

Siamo persone: tutti sbagliamo…che è come dire che nessuno è depositario della verità assoluta. Chiudersi nelle proprie convinzioni  non favorisce di certo né il dialogo, né il progredire dell’umanità. Prima di arrendersi alla volontà altrui, occorre fare più di un tentativo di riappacificazione.

La lettera d’addio di Michele

una lettera come avrebbe potuto scriverla Michele
Ha scritto una lettera d’addio

Questa sera ho deciso di non condividere nulla, ma di lasciare fluire liberamente i miei pensieri dopo aver letto su l’Huffington Post la notizia intitolata

La lettera d’addio di Michele, trentenne precario che si è tolto la vita. “Appartengo a una generazione perduta”

 

Leggendo il testo della lettera e considerando il gesto fatto, stiamo parlando di una persona che si è arresa, come fanno molte altre in caso di avversità che sembrano insormontabili.

Il verbo  arrendersi, per avere un significato concreto, deve essere declinato e inserito in una frase: come potete leggere dalla letteraquesto ragazzo era stufo di non ottenere risposte a proposito di posti di lavoro vacantiForse non si parla abbastanza di quanto il lavoro sia importante sotto il profilo psicologico.

Immagino cosa potrebbero dire molti di noi:

  • I credenti avrebbero suggerito a Michele di rivolgersi alla fede
  • Le persone più razionali avrebbero consigliato un terapeuta
  • Le persone un po’ più aperte avrebbero consigliato al loro amico di parlare di più

Tutti suggerimenti sensati, senza ombra di dubbio, ma con un difetto: mancano d’amore.

Per capire la lettera, bisogna prestare attenzione alla frase

Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca

A prima vista, potrebbe sembrare che lo scrivente parlasse di ricerca scientifica, ma non occorre uno scienziato per capire che la sua era una ricerca emotiva. Nessuno è riuscito a dare a questo ragazzo un po’ di serenità, elemento molto importante per vivere una vita soddisfacente.

Possiamo dire che Michele è stato ucciso da questa società individualista: termine forse forte, ma che rende l’idea. Non ci vuole molto a capire che la società è composta da singoli individui.

Vi faccio una domanda che può apparire retorica

Noi cosa siamo?

Singoli individui, appunto, pertanto….Michele lo abbiamo ucciso noi!

 

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