
In occasione della ricorrenza del 25 aprile, mi sembrava giusto dedicare spazio alla frase di Filippo Tortu pubblicata su Facebook da Sport Fanpage.it
Sono un patriota, è un sentimento che dovrebbe avere ogni cittadino
In occasione della ricorrenza del 25 aprile, mi sembrava giusto dedicare spazio alla frase di Filippo Tortu pubblicata su Facebook da Sport Fanpage.it
Sono un patriota, è un sentimento che dovrebbe avere ogni cittadino
Giampaolo Pansa era ben riuscito a descrivere gli italiani con la frase condivisa oggi dalla pagina Facebook del giornale che lo ha reso famoso
Siamo un popolo di formiche, pazienti e laboriose. Eppure è da saggi non dimenticare il vecchio adagio: talvolta anche le formiche, nel loro piccolo, s’incazzano.
Non conosco personalmente giapponesi, perciò mi fido di del mio omonimo Matteo che su Twitter ha svelato una piccola peculiarità di questa cultura
Gli studenti giapponesi dichiarano il loro amore ad un’altra persona donandole il secondo bottone della divisa, quello più vicino al cuore.
In un periodo in cui si fa tanto parlare della figura dell’immigrato, anche gli utenti Facebook si interrogano sulla questione condividendo immagini e frasi. Uno di essi (non faccio nomi, dato che si tratta del profilo personale), ha scelto un passo del romanzo Pulvis et umbra di Antonio Manzini
È molto semplice. Si fa una domanda all’immigrato appena sbarcato. A seconda di quale lingua parla, lo si manda nel paese d’appartenenza…. Se parlano quelle europee è perché un paese europeo per centinaia di anni ha occupato e sfruttato la terra dei loro nonni.
Leggi tutto “Si fa una domanda all’immigrato appena sbarcato”
Fino a pochi anni fa, vigeva una regola: per avere successo in questo periodo dell’anno, una canzone deve partecipare al Festival di Sanremo. Dal giorno successivo alla chiusura della Kermesse canora, il relativo album sarebbe stato disponibile in tutti i negozi di dischi. Un’abitudine molto da conformisti, sicuramente. Leggi tutto “Andrò a Sanremo quando mi faranno cantare”
Il titolo del post di oggi sembra un manifesto elettorale: in realtà, è solo la frase che introduce un decalogo proposto sulla pagina Facebook Caffeina.
Vuoi cambiare l’Italia?
Non è una domanda retorica, ma un quesito a cui chi ha scritto il foglio rappresentato nell’immagine fornisce anche un decalogo.
Ecco l’elenco completo delle azioni proposte
Fatti salvi gli ultimi due punti, comprensibili solo da chi guida un qualsiasi mezzo a motore, credo saremmo tutti d’accordo sugli altri otto.
Messi in fila, gli obiettivi proposti sembrano piuttosto semplici da mettere in pratica per cominciare ad ottenere quel cambiamento di cui parlavo più di un anno fa.
La conclusione a cui sono arrivato mi pare piuttosto ovvia: non occorre essere politici per cambiare l’Italia, ma basta partire dalle piccole cose.
L’elenco proposto è solo uno spunto, ovviamente: visto che siamo prossimi all’inizio dell’anno nuovo, vi invito a compilare il vostro decalogo personale per cambiare vita anche se, ad essere sincero….io devo ancora compilare il mio!
https://www.youtube.com/watch?v=oOAhw7UpAu0
Raramente ci ho pensato, ma la vita è sostanzialmente composta da 3 elementi:
Il primo lo possiamo solo ricordare, il secondo lo possiamo solo vivere, il terzo lo possiamo solo immaginare.
Quelle che avete appena letto sono le mie conclusioni dopo aver letto la notizia sul romano Francesco Galati, cervello in fuga in terra londinese da ormai quattro anni, ma che non sa se in futuro sarà ancora in terra straniera, perché la lontananza da casa si fa sentire.
Ho scelto di postare il video perché mettere una fotografia di Francesco avrebbe dato un che di funereo a questo testo. Invece ho pensato che sentire la sua storia dalla sua viva voce potesse essere una testimonianza . Francesco, invece, sta vivendo: gettandosi in una nuova avventura, nel 2012, lo ha fatto sicuramente con entusiasmo e con fiducia nel futuro, soprattutto lavorativo.
Sicuramente con l’età, ma anche per altri motivi, cambiano le nostre prospettive e le nostre priorità. La penna di Elisa Murgese, che ha scritto l’articolo che potete leggere sul sito de Il Fatto Quotidiano fa notare i contro dell’emigrazione, un po’ come quella che hanno patito i nostri avi, sia pure affrontando problemi diversi.
Per questo trovo insensato progettare un futuro a lungo termine: l’immaginazione è sicuramente un’arma potente, ma dobbiamo sempre confrontarci con gli altri e con il mondo esterno…ciò che noi comunemente chiamiamo realtà.
Non so se ci avete mai pensato, comunque occorre considerare anche il fatto che le persone evolvono. Non sto parlando di semplice età anagrafica ma anche
evolvono con il tempo per motivi pratici, ma non solo: di certo, un ragazzino di quindici anni non ha le stesse necessità di suo padre. Con il passare degli anni, accumuliamo esperienze che ci possono far nascere la necessità di cambiare strada: ci avete mai pensato?
Chi segue questo blog avrà notato che non mi occupo mai di politica o di satira: mi occupo di immagini, video e canzoni e del loro significato che hanno per me. Analizzerò la vignetta satirica di Charlie Ebdo sotto questo aspetto: parlarne sotto un altro profilo significherebbe – anche- andare contro ciò che avevo scritto il 9 luglio scorso.
Accostando piatti tipici italiani alle figure di feriti, Charlie Ebdo ironizza sul sisma che ha colpito il Centro Italia il 24 agosto.Il miglior ristorante italiano – secondo la satira francese – si chiamerebbe Sèisme a l’Italienne e i migliori piatti del suo menu sarebbero
Penne sauce tomate
Penne gratinées
Lasagnes
Non credo sia necessaria traduzione per capire il significato. Sinceramente, mi aspettavo una reazione di questo tipo:
Accecati dalla rabbia, ci siamo dimenticati di considerare Charlie Ebdo per ciò che è: un giornale satirico. Per quanto aggressiva e di dubbio gusto, resta comunque satira: sarebbe bastato guardare la vignetta con più attenzione e meno passione per capire che Charlie Ebdo ha solo seguito la sua linea editoriale.
L’Huffington Post ha pubblicato oggi un’intervista dal titolo
L’Italia è un Paese malato di mente. Esibizionisti, individualisti, masochisti, fatalisti
in cui lo psichiatra Vittorino Andreoli analizza un paziente molto particolare: l’Italia e gli italiani.
Il medico individua quattro sintomi che accomunano tutti gli italiani:
Lo ammetto: mi riconosco in almeno la metà dei sintomi…Il che mi fa sentire normale in un Paese anormale.
Quest’intervista può far riflettere molti lettori, che decideranno in coscienza se modificare il proprio comportamento o continuare a vivere come hanno sempre fatto.