
A tutti piacerebbe poter dire come Virginia Woolf la frase condivisa oggi dalla pagina Facebook Follia
Non potete mettere alcun cancello, alcuna catena, alcun lucchetto alla mia libertà mentale.
A tutti piacerebbe poter dire come Virginia Woolf la frase condivisa oggi dalla pagina Facebook Follia
Non potete mettere alcun cancello, alcuna catena, alcun lucchetto alla mia libertà mentale.
Essere liberi dovrebbe essere naturale, invece è una sensazione strana, come evidenziano i Dirotta su Cuba in una delle loro canzoni più famose.
Come potete vedere dall’immagine, La Repubblica ha pubblicato un’articolo relativamente alla libertà di Annamaria Franzoni, che ha terminato di scontare la sua pena successiva al famoso delitto di Cogne.
Nel momento in cui sto cominciando a scrivere, mi viene da piangere: è difficile parlare di una frase come
È difficile essere liberi, ma quando funziona, ne vale la pena!
Sapendo che chi l’ha pronunciata, Janis Joplin, era schiava di alcool e droga ed è morta a soli 27 anni.
La frase deve essere stata pronunciata negli anni sessanta: più di trent’anni dopo, la saga di Matrix ci ha dimostrato che pochi di noi hanno raggiunto la tanto agognata libertà.
Non voglio parlare del diritto alla libertà in senso giuridico del termine: , ne voglio parlare in senso sociale.
Se è vero che possiamo fare tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge, è anche vero che dobbiamo confrontarci quotidianamente con le opinioni delle altre persone. Quante volte ci siamo scontrati a proposito delle idee politiche, pur sapendo che la libertà di voto è sancita dalla Costituzione? Funziona così anche per altre libertà ma – almeno – quello politico è un esempio che tutti abbiamo toccato con mano.
Potrei farvi molti altri esempi, ma mi limito a questo. Mi basta aggiungere due domande per farvi capire meglio ciò che intendo:
La risposta è semplice ed è solo una: tutte le volte che riuscite a ricordare , è una delle volte che avete visto leso il vostro diritto alla libertà…o che l’avete leso a qualcun altro.
Non mi è difficile farvi un esempio personale opposto. Consolata mi ha recentemente chiesto un aiuto. In genere, non dico mai di no…ma stavolta ho fatto un’eccezione. Mi sono sentito libero di curare maggiormente un mio piccolo progetto…e lei non ha avuto esitazioni a capire le mie necessità.
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Ieri pomeriggio, mentre passeggiavo in zona Porta Genova a Milano, il mio sguardo è stato attirato dall’adesivo che vedete nell’immagine: era incollato ad una delle tante serrande abbassate che si vedono in una pigra domenica pomeriggio estiva.
La domanda, semplice quanto provocatoria, sembra uscire direttamente dal film Matrix
Ti senti libero?
La risposta è più complessa di quanto non si possa immaginare: dipende da ciò che intende ciascuno di noi per libertà. La famosa frase
La tua libertà finisce dove inizia quella degli altri
non risolve ma, anzia, amplia il problema. Lo stesso si può dire per il diritto: al concetto di libertà sono dedicate
Ce ne sarebbe abbastanza per paragonare il nostro vivere quotidiano con quello degli schiavi e rispondere d’impulso
Si, mi sento libero
Se, però, cominciamo a pensare alla nostra vita quotidiana, dubito che la risposta sia la medesima.