Noi non siamo esattamente ciò che tutti vedono…

Frase di Angelo De Pascalis
Noi non siamo esattamente ciò che tutti vedono. Siamo ciò che pochi trovano. E che pochi, pochissimi comprendono

Le mie vacanze ed il mio viaggio a Berlino sono terminate. Potrei parlare di tante cose relativamente a quest’esperienza, ma parlerò solo di una: come avevamo organizzato, io e la mia ex-compagna di Università Giulia ci siamo incontrati, rivedendoci dopo dieci anni.

Nonostante il tempo passato, il feeling tra me e Giulia è rimasto inalterato: sono accadute tante cose, ma ci capiamo ancora al volo. Basta una mezza frase accennata e tutto risulta chiaro!  Putroppo, ciò non accade con la maggioranza delle persone che conosco e che frequanto anche ultimamente.

La frase di Angelo De Pascalis spiega benissimo questo concetto

Noi non siamo esattamente ciò che tutti vedono. Siamo ciò che pochi trovano. E che pochi, pochissimi comprendono

A quanti di noi è capitato di spiegare uno stato d’animo a molte persone, sentendoci subito compresi solo da poche di esse? Forse è questa l’alchimia dell’amicizia: non si può spiegare scientificamente, ma esiste.

Non tutti quelli che vagano si sono persi

 

Non tutti quelli che vagano si sono persi
Non tutti quelli che vagano si sono persi

Non ho mai molto amato il genere fantasy, ma comunque conosco John Ronald Reuel Tolkien e non nego che ogni librocontenga frasi che fanno riflettere.

Se pensiamo alla frase di stasera

Non tutti quelli che vagano si sono persi

potrebbe essere inserita in un qualsiasi racconto di viaggio.

Se pensiamo alla storia, l’uomo è stato nomade per millenni e solo successivamente è diventato stanziale.

Tuttavia, mi piace accostare questa frase soprattutto alla vita. Siccome non possiamo conoscere il futuro, potremmo dire che ogni giorno vaghiamo alla ricerca della nostra identità e di qualche risposta. Eppure, come dice Tolkien, non ci siamo persi.

Non dimentichiamo, poi, le persone che conosciamo ed incontriamo ogni giorno: potrebbero essere loro a fornirci le risposte che cerchiamo.

 

 

 

 

Persone nate per sgobbare ed altre…

Cosa significa sgobbare secondo Socrate
Ci sono persone nate per sgobbare ed altre nate per stare a guardare…

Un foglio stampato attaccato con una puntina ad una lavagna di un’aula scolastica, mentre vedo gli alunni sgobbare sui libri. L’ambientazione adatta per una frase attribuita a Socrate! Anche se non lo fosse, il concetto è  condivisibile

Ci sono persone nate per sgobbare ed altre nate per stare a guardare. Non è questione di salute, né di intelligenza, né di bisogno.

È così e basta!

Dalle prime tutti si aspettano di più, dalle seconde nessuno si aspetta niente.

Per le prime non ci sono mai elogi, qualunque cosa facciano è dovere. Per le seconde è il contrario, poiché non ci si aspetta niente da loro, basta che muovano un dito e tutti si affrettano a coprirle di complimenti.

Il concetto della frase sarà ripreso in altri termini da:

  • Ruggero Leoncavallo nell’aria Vesti la giubba 
  • Totò  nel monologo del film Siamo uomini o Caporali
  •  Luciano Ligabue nella canzone Una vita da mediano

Il tempo passa, il concetto resta sempre lo stesso! C’è chi è abituato a sgobbare e chi no!

Per una persona abituata a sgobbare è normale fare il proprio dovere. Magari vorrebbe ricevere qualche gratificazione ogni tanto. Purtroppo esistono persone che non solo fanno meno di quello che è comunemente definito il minimo sindacale, ma si aspettano anche un riconoscimento.

Socrate (o chi per lui) ha ragione anche per quanto riguarda i complimenti. Leggendo la frase, vi rendete conto anche voi quanto questo sia profondamente ingiusto!

Esiste, ovviamente, anche chi occupa un certo posto per merito: ma quante cose ha dovuto subire quella persona per arrivare dov’è? A sentire in giro, sembrano essere un’esigua minoranza..eppure vi assicuro che esistono.

Lo so: questo post non ha molto senso…Forse perchè non trovo un senso in un mondo così!

 

 

La campagna è quel posto in cui le galline vanno in giro crude

La campagna è quello strano posto in cui le galline vanno in giro crude
La campagna è quello strano posto in cui le galline vanno in giro crude

Sarà forse a causa del week-end che questa sera, come ieri, vi propongo una frase ironica

La campagna è quello strano posto in cui le galline vanno in giro crude

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C’è qualcosa di più importante della logica

Logica o immaginazione ?
C’è qualcosa di più importante della logica: l’immaginazione

 

Quando andavo alle elementari, la mia maestra era una persona molto logicaogni settimana, dedicava almeno tre giorni su sei alla matematica, i restanti erano equamente ripartiti tra le altre materie. Non ho mai chiesto perché, ma suppongo che la mia maestra  non apprezzasse la fantasia.

Alfred Hitchcock contraddice quanto sosteneva la mia maestra con la frase

C’è qualcosa di più importante della logica: l’immaginazione

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L’umile sente che sbaglia e lo ammette

Differenza tra umile, ipocrita e arrogante
L’umile sente che sbaglia e lo ammette. L’ipocrita sente che sbaglia e lo nasconde. L’arrogante è immune all’errore

Uno sguardo sornione, un sorriso beffardo, una posa che ricorda gli imperatori dell’Antica Roma : è Garfield che, con il cappello tipico dello Zio Sam, pronuncia la frase

L’umile sente che sbaglia e lo ammette. L’ipocrita sente che sbaglia e lo nasconde. L’arrogante è immune all’errore

Con umiltà vi dico che questa sera potrei sbagliare: non tutti saranno d’accordo leggendo che – secondo me – siamo tutti umili, ipocriti e arroganti.

Se è certamente vero che una persona può avere un’indole più incline all’ipocrisia piuttosto che all’umiltà o all’arroganza, è anche vero che la nostra personalità non è statica, ma varia a seconda della situazione.

Immaginiamo un qualsiasi individuo con un carattere mite: per quanto buona possa essere, si arrabbierà certamente se riceve una gomitata senza motivo. Magari quella stessa persona è già rabbuiata per altri motivi che non sappiamo e che amplificano la sua reazione.

Ora proviamo a fare un ragionamento seguendo la frase di questa sera:

  • Se comincio a fare un nuovo lavoro, dovrò imparare quasi tutto, perciò è più facile cadere in errore: con umiltà, ammetterò di aver sbagliato
  • Quando comincerò ad essere più preparato, può darsi che io sbagli per un calo di attenzione : tenterò, con ipocrisia, di nascondere il mio errore
  • Se sono una persona molto fiera (per non dire piena di sè), forse peccherò di arroganza,  e incolperò chissà chi o a chissà cosa per il mio errore

Attenzione, però: la classificazione non è matematica, bensì tra il psicologico ed il sociologico, quindi imperfetta.

Per esempio, io sono una persona molto timida e con una bassa autostima, il che mi porta ad addossarmi anche le responsabilità non mie.

Se provate a guardarvi dentro, scoprirete il caso giusto per voi.

 

L’apparenza inganna parecchio

In apparenza un punk, in realtà un angelo
Se c’è una cosa che ho imparato nella vita, è che l’apparenza inganna parecchio

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Abitando a Milano, ci si rende conto che non esiste un modo migliore di un altro o un modo giusto per vivere. Ciò che in apparenza sembra una massa indistinta di individui è, in realtà, un insieme molto variegato di persone.

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Come te la cavi? Va alla grande, pollici in su!

Come te la cavi - Sarah Andersen
Come te la cavi?

Ci sono  periodi che – con una battuta – potremmo definire cavi, nel senso di vuoti. Quante volte ci chiedono, come nella vignetta di Sarah Andersen

Come te la cavi?

La risposta di circostanza è sempre la stessa

 

Va alla grande: pollici in su!

 

In realtà, non va bene per niente:

  • Lo stress non ci fa dormire
  • Vorremmo scappare
  • Sentiamo che ci manca qualcosa

Non sto parlando dello stress quotidiano, per il quale basta un bagno caldo per ritemprarsi, ma di cose più profonde, a cui raramente sappiamo dare un nome.  Questi sono i periodi cavi: facciamo tutto come al solito, ma ci sentiamo vuoti dentro. Solo un terapeuta o una persona empatica  riuscirebbero ad aiutarci, ammesso che diciamo loro la verità: purtroppo, la psicanalisi costa e l’empatia non  è ascoltata un dono di tutti.

Trascorrere il tempo fuori casa non vuol dire prendersi cura di sè. Dobbiamo uscire fuori di casa con lo scopo di fare qualcosa che ci fa stare bene: per essere chiari, uscendo dalla porta, dobbiamo avere un obiettivo. Non è necessario che sia qualcosa che non abbiamo mai fatto: basta che sia qualcosa che ci fa stare bene.

Per farlo basta fare ciò che ci piace qualche minuto al giorno. Sembra facile ma, a volte, la stanchezza ci fa dimenticare anche le cose che ci piacciono. Se non riuscite a dormire, significa semplicemente che dovete dedicarvi al vostro hobby non avete sonno, dovete solo fare in modo che la mente si rinfreschi. Non è difficile uscire da un periodo cavo, basta solo ricordarsi che stanchezza e sonno sono simili per sintomi, ma la loro cura – se così possiamo chiamarla – è molto diversa.

Dopo che avrete fatto ciò che vi piace per un po’, riuscirete a dormire meglio e la mattina dopo sarà migliore delle precedenti.

Chi soffre, alla fine è sempre la persona…

Caratteristiche di chi soffre
Chi soffre, alla fine è sempre la persona che si fa il culo per far star bene gli altri

Chi soffre, alla fine è sempre la persona che si fa il culo per far star bene gli altri

La ragazza rappresentata in questa fotografia soffre, perché sa che esistono due tipi di persone:

  • Gli altruisti, che cercano di far star bene il prossimo
  • Gli egoisti, che pensano solo al proprio benessere

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Le aquile volano da sole. I piccioni in gruppo

siamo aquile o piccioni ?
Non aver paura di esser solo. Le aquile volano da sole. I piccioni in gruppo

 

La frase Navajo di stasera mi fa vedere la solitudine da una prospettiva diversa

Non aver paura di esser solo. Le aquile volano da sole. I piccioni in gruppo

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