Giuseppe Pinelli – 15 dicembre 1969

Fotografia dalla famiglia di Giuseppe Pinelli
Giuseppe Pinelli in una fotografia con la famiglia

Questa sera mi trovo – forse per la prima volta – a parlare di una fotografia: non una mia fotografia, ma una vecchia foto di famiglia, di quelle che si possono trovare in un album ingiallito finito nella soffitta di casa.

L’uomo nella fotografia potrebbe essere sconosciuto ai più, ma  il suo nome se lo ricordano tutti: Giuseppe Pinelli, morto in questura pochi giorni dopo la strage di Piazza Fontana. Sicuramente due eventi talmente tragici da far cantare ai Modena City Ramblers, ben ventiquattro anni dopo

Ho visto bombe di stato scoppiare nelle piazze

E anarchici distratti cadere giù dalle finestre

Segno che il passato non si dimentica, almeno dal punto di vista del fatto storico. Non importa il credo religioso o politico: i morti sono tutti uguali. Così come non ho dimenticato Pinelli, non ho dimenticato nemmeno il Commissario Calabresi. Mi spiace non aver dedicato qualcosa a quest’uomo nell’anniversario della sua morte.

Oltre a Giuseppe e Mario, ci sono anche altre persone che sono spesso dimenticate.

Pensate, per esempio, a tutti gli agenti di polizia ed i carabinieri morti facendo la scorta a qualche personaggio importante, come Aldo Moro, Giovanni Falcone o Paolo Borsellino.

A Giuseppe Pinelli è accaduto qualcosa di molto simile: morto non si sa come a ridosso di un evento molto più grande di lui, è stato dimenticato.

Tutto questo accade comunemente: normale ricordarsi un solo evento relativo all’11 settembre 2001. A volte, però, sarebbe utile rinfrescarci la memoria. Internet è molto utile in questi casi: basta solo una ricerca un po’ più approfondita . Tra queste, si potrebbe pensare di cercare qualche nome delle persone perite in quella strage. Sarebbe un modo molto belo per ricordare il prossimo.

 

12 dicembre 1969: chi è Stato?

Immagine dal blog http://blogdieles2.altervista.org/
12 dicembre 1969: chi è Stato?

Natale si avvicina, Sant’Ambrogio è passato da meno di una settimana: non ci sarebbe motivo di essere tristi. Oggi, però, l’Italia è triste, soprattutto Milano.

Oggi è uno di quei giorni in cui una data è diventata un luogo: oggi è il quarantasettesimo anniversario della Strage di Piazza Fontana.

Una strage ancora senza colpevoli. In modo provocatorio, ce lo ricorda l’immagine di questa sera. Una mano regge la fotografia dell’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura.

La frase si legge benissimo

Chi è Stato?

Nessuna maestra degna di questo nome si sognerebbe di sottolineare con la biro rossa la S maiuscola: non stiamo parlando del verbo essere...Stiamo parlando dello Stato, stiamo parlando di noi!

In giornate come questa, non penso solo alle vittime o ai loro famigliari: penso anche alla scuola o, per meglio dire, agli scolari e agli studenti. Nel 1999, anno della mia maturità, l’insegnante terminò a stento la seconda guerra mondiale. Ciò che ho imparato del periodo dal 1945 ai giorni nostri lo devo alla mia curiosità.

Se non ricorderemo ai nostri figli cosa è accaduto il 12 dicembre 1969 saremo colpevoli: avremo condannato all’oblio 17 morti e 88 feriti.

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