Non è la movida e lo sappiamo benissimo. È il comportamento scorretto, indipendentemente dal luogo. È aver deciso di testa nostra che la mascherina qui si, qui no, qui forse, qui fa figo, qui mi sfottono, qui poi me la metto, qui ma “lui” non ce l’ha. È che siamo i soliti.
In questi giorni il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha incolpato la movida cittadina di causare assembramenti
Tiziana, in un tweet, ha riassunto bene la situazione
Non è la movida e lo sappiamo benissimo. È il comportamento scorretto, indipendentemente dal luogo.
È aver deciso di testa nostra che la mascherina qui si, qui no, qui forse, qui fa figo, qui mi sfottono, qui poi me la metto, qui ma “lui” non ce l’ha.
È che siamo i soliti.
Ogni persona tende ad adattarsi all’ambiente circostante. Questo è quanto giusto fare razionalmente: è il cervello che ce lo suggerisce.
L‘immagine condivisa dalla pagina Facebook sempliceMente che ho conosciuto grazie a mia cugina Elisa non sembra essere d’accordo. Un cuore in un vaso sembra adattarsi al suo contenitore, tanto che la didascalia recita
Prima Pensa Poi Parla Perché Parole Poco Pensate Potrebbero Produrre Parecchie Puttanate
Sappiamo che nella vita c’è una regola da rispettare per ogni occasione, in modo da convivere civilmente con il prossimo. Non tutte le regole sono, però, pesanti da rispettare. Immaginate, per esempio, ogni regola che avete stabilito per convivere amorevolmente e civilmente con il vostro partner: non credo che vi pesi una singola norma.
A scuola abbiamo anche un esempio in tal senso: la regola della P, oggetto dell’immagine che ho trovato oggi su Google.
Primo piano di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti il giorno delle nozze
Trovo tragicamente comico che l’Huffington Post abbia pubblicato una notizia sulla fine del matrimonio fra Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti a poche ore della celebrazione americana di Halloween.
Il motivo risiede nel titolo scelto
Ho lasciato Eros per colpa della setta. Lo amavo tantissimo, mi dissero che era negativo per me
Vi invito a leggere tutto il testo dell’articolo della testata prima di proseguire nella lettura del mio post, altrimenti rischia di essere lasciato a meta, perché non capirete di cosa stia parlando.
Se fossi Francesco Alberoni, avrei una teoria ben strutturata per descrivere sociologicamente e psicologicamente la faccenda; non lo sono, perciò dovete accontentarvi della mia esperienza di vita.
Vista dall’esterno e da quanto possa capire, la situazione in quel periodo era piuttosto stressante, specie considerando che Michelle aveva ventuno anni:
Sposata con uno dei cantanti più famosi d’Italia
In piena carriera televisiva
Madre di una bambina di meno di due anni
Non voglio scadere nel gossip, sto solo cercando i mettere in fila i fatti per porvi una domanda
Come vi sareste sentiti al posto suo?
Raggiunta una certa età, ci richiedono di essere maturi, ma nessuno ci insegna veramente a vivere: certo, ci danno delle regole, ma la cosa finisce lì. Noi, novelli Marty McFly, raramente possiamo fare degli esperimenti per provare a vivere e non abbiamo Doc Brown al nostro fianco: qualcuno di buono e paterno che ci spieghi cosa ha provato ai suoi tempi in situazioni simili alle nostre.
Quando affermo che è necessarioascoltarsi di più, mi riferisco anche a questo:
Ascoltare chi è più giovane di noi
Cercare di calarsi nei suoi timori, nelle sue aspettative e nelle sue domande
Dire la verità in un linguaggio comprensibile e – soprattutto – mantenendo la calma
Questa sera non posso riportare citazioni: sarebbe troppo lungo. Mi accontento di proporre un ritratto di Umberto Eco, autore – tra le altre cose – di un regolamento di italiano intitolato
Quaranta regole per parlare bene l’italiano
Elencare tutte le regole sarebbe noioso, sia per me scriverle, sia per voi leggerle. Mi accontento di segnalarvi l’indirizzo a cui potete trovarle.
Qualcuno potrebbe fare la domanda
Perché proporre un contenuto del genere in un blog che parla di vita?
Non solo per ricordare a me stesso il tempo della scuola e che ho ancora molto da imparare.
Per chi crede, i dieci comandamenti sono regole di vita e qualunque persona deve sottostare alle regole dettate dalla legge. Purtroppo, hanno un problema: non possiamo infrangerle senza recare danno.
Non credo che saremmo mai condannati da un tribunale o da una divinità per aver violato le regole della grammatica. Ciò non toglie che i cosiddetti strafalcioni siano molto fastidiosi.
Provate a pensare ad una persona qualsiasi: a chi non darebbe fastidio il fatto che trasgredisca determinate regole di vita comunemente accettate? L’unica giustificazione che potrebbe avere è quella di farci notare eventuali benefici nel farlo.
La scusa più comune è
Sono fatto così
Appunto: siamo esseri pensanti che si devono relazionare con altre persone: non ci avete mai pensato?
I’m not interested in following your rules. I follow my Intuition
L’immagine e la frase di stasera mi hanno colpito subito: poco importa che sia una campagna pubblicitaria di un’azienda portoghese. Ho deciso di seguire l’istinto e scrivere ciò che mi viene in mente in proposito.
Per alcuni, la persona della fotografia potrebbe essere classificato come hipster, per altri come un ribelle alla James Dean. La frase rafforza il concetto
I’m not interested in following your rules. I follow my Intuition
Più o meno, può essere tradotta in
Non sono interessato a seguire le vostre regole. Seguo le mie intuizioni
Credo che sia proprio questa la sua forza: non può essere classificato esattamente.
A volte, ci sforziamo di seguire delle regole per sentirci parte di un gruppo: assolutamente giusto in teoria, un po’ meno in pratica. Questo per due motivi:
Per sentirci accettati da un gruppo, conformiamo i nostri pensieri
Le persone che non seguono le regole sono segretamente mal viste
Praticamente, ci blocchiamo a vicenda, preferendo il quieto vivere al cambiamento. Dimentichiamo, però, che i grandi cambiamenti sono avvenuti non seguendo le regole: se nel 1492 Cristoforo Colombo non avesse seguito la propria intuizione, forse l’America sarebbe stata scoperta secoli dopo ed il mondo sarebbe diverso da come lo conosciamo.
Anch’io lo faccio: appaio molto diverso da quanto non mi senta di essere in realtà. Basterebbe ascoltare alcuni brani sul mio Ipod per capire che non è così….ma sarebbe meglio starmi ad ascoltare.
Tuttavia, mi sento anche obbligato a conformarmialle regole, per non sentirmi escluso. A volte, però, viene da domandarsi
Chi ha stabilito queste regole? Le trovo giuste?
Inutile negare che la risposta è spesso negativa. Quando riuscirò a condividere i miei pensieri liberamente, sarò libero.
Quando riusciremo a condividere i nostri pensieri liberamente, senza giudizio, saremo liberi.