
Le singole parole sono capaci di esprimere più significati a seconda del contesto in cui vengono inserite.
Questo fa nascere tanti giochi, fra cui la frase che circola su internet in queste ore
Capaci di non dimenticare
in cui il tutto – soprattutto grazie all’immagine – può assumere una lettura sotto più sfaccettature. Anche i più giovani possono contestualizzare il tutto grazie all’aiuto di chi trent’anni fa era in grado di comprendere cosa stesse succedendo.
Credo comunque che tutte le persone capaci di intendere e di volere dovrebbero – magari in occasione della ricorrenza – andare a rileggere gli articoli scritti in quel periodo, sia per quanto riguarda la strage, sia per quanto riguarda altri fatti storici.
Giusto non dimenticare qualcosa che ha sconvolto la vita di un paese ma, per mettere in atto questo principio, occorre fare qualcosa di pratico.
Per quanto ben ricostruiti dai libri di storia, i fatti che sono accaduti tempo fa rischiano di diventare incompleti, per dovere di brevità nelle spiegazioni.
Ritagliare articoli di giornale o altri reperti per conservarli in un raccoglitore può essere un buon esercizio. Sebbene su internet si trovi di tutto, può essere difficile risalire a quell’immagine o quel servizio televisivo che ci aveva colpito nel momento in cui li avevamo visti per la prima volta.
Questo vale sia per tutti gli eventi, a prescindere dal sentimento che ci hanno trasmesso.
Non sempre è piacevole ricordare degli eventi, ma è necessario farlo. Il rischio che tutto si possa ridurre- fra qualche anno – a poche righe sulle pagine di un libro di storia del liceo, facendolo diventare l’ennesima cosa noiosa da studiare per fare una buona interrogazione, è concreto.
Finché i superstiti ed i testimoni saranno in vita, faranno tutto il possibile per non far dimenticare questa strage e dobbiamo aiutarli.