
Mi trovo in accordo con la frase condivisa oggi su Facebook
Sento forte la mancanza di un aeroporto, una valigia e una carta d’imbarco
Nel libro Appunti di un venditore di donne, Giorgio Faletti scrisse la frase
A volte è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai
Leggi tutto “Perdersi sulla strada di un viaggio impossibile”
Non mi sorprende che la mia ex compagna di Università, Roberta, abbia apprezzato l’immagine che vi propongo oggi ancor prima che scrivessi l’articolo: sia a me che a lei piace molto viaggiare, anche se c’è un prezzo da pagare.
Leggi tutto “Il prezzo che si paga per la ricchezza di amare”
Chissà perché, questa mattina continuava a suonarmi in testa un altro viaggio, canzone di J-Ax appartenente allo stesso album da cui estrassi Intro.
Meno di ventiquattro ore dopo la chiusura del Festival di Sanremo, l’attenzione delle persone è già stata fagocitata dal prossimo evento: la BIT 2018, che ha aperto i cancelli ieri a Milano, in quella che – dal 2005 – è comunemente chiamata La Fiera Vecchia, per distinguerla dal Polo Fieristico di Rho.
Canzoni e pubblicità sono parti di un binomio inscindibile almeno da quando esiste il cinema sonoro. Più raramente, una pubblicità è tradotta esattamente in più lingue: è il caso della pubblicità della Apple che – nella versione italiana – è doppiata da Dario Fo.
È la prima volta che – però – vedo il verso di una canzone in inglese tradotto ed usato in forma scritta per una pubblicità.
EDreams ha usato il verso
If you never try you’ll never know
di Fix you dei Coldplay, lo ha tradotto (correttamente) in
Se non parti, non lo saprai mai
ed ha realizzato la sua pubblicità.
Solo il tempo potrà dirci se la pubblicità è stata efficace o no…ma può già insegnarci qualcosa.
Con il nuovo anno, si fanno le solite promesse:
salvo poi infrangerle dal 2 gennaio. In questo caso, torna utile il protagonista di V per Vendetta, che parla a tutti noi dicendo:
Io so perché l’avete fatto. So che avevate paura.
Sicuramente: abbiamo paura delle conseguenze…ma stare immobili non è altrettanto pericoloso?
Ovviamente la risposta è affermativa.
Per farvelo comprendere, voglio farvi un esempio personale. Ogni volta che mi accingo a fare un viaggio, la notte prima è abbastanza insonne. Non si tratta di semplice preoccupazione di perdere il volo, ma anche di dubbi che mi prendono: ho scelto la meta giusta? E se poi mi annoio?
L’esperienza mi ha insegnato che spesso queste paure, almeno nel mio caso, sono infondate. Non posso dire che ogni viaggio sia stato perfetto, anzi ce ne sono alcuni che non rifarei, ma non avrei potuto combattere le mie paure se non fossi partito rinunciando ad una nuova esperienza.
Nell’ultimo post avevo promesso di postare un nuovo articolo non prima di lunedì , ma la frase di stasera calza a pennello: domani partirò per Berlino.
Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
Ho già parlato molto di viaggi: perché scriverne ancora?
Il motivo è racchiuso proprio nella frase: non sarò lo stesso di prima.
Non ho programmato nulla, se non pochi monumenti e musei da visitare, e non sto pensando di cambiare volontariamente. Tuttavia, so che durante il viaggio accadranno varie cose
Ognuno di questi eventi può capitare a chiunque: quando tornerò, forse, mi sembreranno semplicemente ricordi.
Con il passare del tempo, però, quegli stessi eventi mi condurranno su una strada che io stesso non riesco ad immaginare.
È così per tutti. Permettetemi di proporvi un esperimento: cercate di ricordare l’ultimo giorno in cui avete fatto qualcosa di speciale. Dopo che l’avete ben visualizzato nella vostra testa, fatevi una domanda
Come sarei se non mi fosse capitata questa cosa?
Io non posso rispondere per voi. Di una cosa, però, sono sicuro: sareste diversi.
Ecco, per me i viaggi significano questo….
Oggi scrivo il post per questo blog con qualche ora di anticipo: come potete vedere dall’immagine scelta, anche per me è giunto il momento di andare in vacanza.
Per le prossime due settimane avrò difficoltà a scrivere articoli: il computer di casa dei miei è obsoleto e non supporta wordpress. Dal 22 al 26 agosto, inoltre, sarò a Berlino: anche se l’hotel che ho prenotato mi garantisce la connessione wi-fi, per motivi di bagaglio non potrò portare con me il tablet. Chi ha provato ad usare l’app per scrivere un post sul proprio smartphone, sa quanto possa risultare frustrante.
Ci rivedremo – se lo vorrete – domenica 28 agosto. Non preoccupatevi: non starò con le mani in mano. Grazie allo smartphone, riuscirò a recuperare da internet tanto di quel materiale che – probabilmente – qualcosa finirà nel dimenticatoio. Se sarò fortunato, forse riuscirò anche a fare qualche buono scatto da proporvi prossimamente.
Tra di voi ci sarà qualcuno che starà scherzando nello stesso modo in cui gli ascoltatori di Radiofreccia sbeffeggiavano la chiusura della radio nell’omonimo film.
Ci sono solo due differenze:
Non so chi abbia avuto l’idea di modificare una frase di Charles Bukoswky, originariamente dedicata al bere, pensando ai viaggi: dato il periodo estivo, trovo l’idea molto piacevole
Se ti accade qualcosa di buono fai un viaggio per festeggiare. Se ti accade qualcosa di brutto fai un viaggio per dimenticare. Se non ti è successo nulla fai un viaggio per far succedere qualcosa.
Come avevo già scritto tempo fa, il viaggio è una parte essenziale della nostra vita. Il motivo che ci porta a viaggiare può essere diverso di volta in volta:
Ogni volta che si viaggia si fa un’esperienza nuova: siamo in un luogo diverso da quello a cui siamo abituati, perciò ci dobbiamo adattare all’ambiente circostante. Una trasformazione necessaria quanto repentina.
Qualcuno sosterrà che viaggiare costa: non è esattamente vero. Possiamo considerare caro qualunque cosa non ci porti alcun benficio. I benefici del viaggio, invece sono palesi: possiamo parlare, perciò, di soldi ben spesi.
In questo blog ho parlato spesso di musica, ma non ho mai detto quando preferisco ascoltare musica.
Preferisco ascoltare musica quando sono in movimento:
La frase di stasera, però, è diversa:
Per la musica spendiamo i chilometri migliori
Parla di chi viaggia per ascoltare musica e non di chi viaggia ascoltando musica: anche se non così frequentemente, lo faccio anche io.
Il viaggio pre-concerto è carico d’aspettativa e di ansia contemporaneamente: pregusto l’evento della serata o della giornata e mi faccio mille domande.
Che ci volete fare? Sono un tipo ansioso. Non ricordo, però, una volta in cui sia tornato deluso da un concerto.
I viaggi della musica, per me, somigliano ai viaggi della fotografia: dieci chili di bagaglio in posti forse assurdi, ma da cui torno poi con il sorriso sulle labbra.
Credo che la frase di stasera sia piuttosto limitata. Io la modificherei in:
Per le nostre passioni spendiamo i chilometri migliori